Il ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) è lo strumento che cittadini, aziende ed enti possono usare per contestare decisioni definitive prese dalla Pubblica Amministrazione. Permessi edilizi, gare d’appalto e ordinanze sono solo alcuni degli atti che possono essere impugnati davanti al TAR, l’organo che valuta se un provvedimento è legittimo o se va annullato.
In questo articolo, l’avvocato Andrea de Bonis, esperto in diritto amministrativo e in ricorsi al TAR, chiarisce in quali casi è possibile fare ricorso, come funziona la procedura e quali tempi e costi sono da considerare.
Sommario
- 1 Cos’è il TAR e qual è il suo ruolo
- 2 Quando e perché si fa ricorso al TAR
- 3 Tipologie di atti impugnabili davanti al TAR
- 4 Procedura di ricorso al TAR: passaggi e documentazione necessaria
- 5 Come si svolge il procedimento al TAR
- 6 Quanto costa il ricorso al tribunale amministrativo?
- 7 Tempistiche del procedimento davanti al tribunale amministrativo
- 8 Cosa fare dopo la sentenza del TAR
- 9 Ritieni di aver subito un torto dalla Pubblica Amministrazione?
Cos’è il TAR e qual è il suo ruolo
Il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) è il tribunale che interviene quando un cittadino, un’azienda o un ente vogliono contestare una decisione della Pubblica Amministrazione che ritengono illegittima o lesiva dei propri interessi. Questo organo di giustizia amministrativa, presente in ogni regione italiana, è il primo grado di giudizio per risolvere controversie in ambito amministrativo, e valuta una vasta gamma di atti pubblici: dalle autorizzazioni edilizie, ai concorsi pubblici, fino alle concessioni di attività commerciali e alle sanzioni amministrative.
Il TAR ha una funzione fondamentale: verificare se gli atti della Pubblica Amministrazione rispettano i diritti e gli interessi legittimi dei cittadini. Il suo compito è verificare che le decisioni pubbliche siano adottate in modo corretto, senza eccesso di potere, violazioni procedurali e di legge o sviamenti dal fine pubblico. Per esempio, se un Comune nega un permesso di costruire senza spiegare chiaramente le motivazioni o se un ente pubblico esclude un’azienda da una gara d’appalto senza rispettare i criteri di selezione stabiliti, il TAR può intervenire, annullando l’atto oppure obbligando l’amministrazione a rivederlo.
Chi si rivolge al TAR lo fa spesso per difendere un diritto o un interesse economico importante. Tra i casi più comuni ci sono:
- Imprese che partecipano a bandi pubblici e si vedono escluse in modo immotivato ed errato;
- Privati cittadini che si trovano di fronte a dinieghi di permessi edilizi o a sanzioni amministrative ingiuste;
- Associazioni che tutelano l’ambiente o i diritti dei consumatori e impugnano decisioni pubbliche dannose per la collettività.
Il TAR tutela gli interessi dei cittadini e delle imprese di fronte a decisioni pubbliche che siano illegittime o dannose, garantendo la protezione contro gli abusi e le irregolarità nell’azione amministrativa.
Quando e perché si fa ricorso al TAR
Il ricorso al TAR è uno strumento che viene attivato quando una decisione definitiva della Pubblica Amministrazione viola i diritti di chi la subisce, o quando l’ente pubblico opera in violazione di legge. In altre parole, si ricorre al TAR per chiedere al tribunale di verificare se l’amministrazione abbia adottato un provvedimento che viola i principi di legittimità e imparzialità, oppure se ci sia stato un abuso di potere.
Il ricorso al TAR può essere proposto contro diversi provvedimenti.
Contestare atti che incidono su interessi economici
Le aziende e i professionisti spesso si rivolgono al TAR per questioni che riguardano appalti pubblici, concessioni, autorizzazioni o licenze che impattano sull’attività. Se un’impresa viene esclusa da una gara pubblica senza motivazioni adeguate o se i criteri di selezione sembrano favorire ingiustamente un competitor, il ricorso al TAR consente di annullare la decisione ingiusta e di subentrare nel contratto di appalto già stipulato..
Difendere i diritti dei cittadini
I cittadini ricorrono al TAR quando vengono colpiti da decisioni pubbliche che incidono sulla materia elettorale. Ad esempio, un ricorso elettorale può essere proposto ove una lista non sia stata ammessa alla competizione elettorale senza ragione o erratamente. Le elezioni sono una materia su cui il TAR può intervenire, valutando la correttezza dell’atto contestato.
Salvaguardare interessi collettivi
Anche le associazioni o i comitati attivi su temi come l’ambiente, la salute pubblica o i diritti dei consumatori possono ricorrere al TAR per impugnare atti considerati dannosi per la comunità. Un esempio classico è la decisione di autorizzare la costruzione di un impianto industriale in un’area protetta, che può essere contestata per motivi di tutela ambientale o di tutela della salute pubblica.
Tipologie di atti impugnabili davanti al TAR
Non tutti gli atti amministrativi possono essere impugnati: sono esclusi gli atti non definitivi, gli atti meramente confermativi di precedenti provvedimenti non impuganti, e gli atti privi di effetto lesivo diretto.
Tra i principali atti che si possono impugnare troviamo
Provvedimenti amministrativi
I provvedimenti amministrativi includono una vasta gamma di decisioni definitive prese da enti pubblici, come comuni, regioni o autorità nazionali. Si tratta di atti che producono effetti diretti sui diritti dei cittadini e delle imprese, per esempio:
- Dinieghi di licenze o autorizzazioni (ad esempio permessi edilizi, licenze commerciali).
- Concessioni o revoche di concessioni pubbliche (ad esempio per l’utilizzo di beni pubblici o per l’erogazione di servizi pubblici locali).
- Atti che incidono sull’uso della proprietà privata, come nuovi vincoli paesaggistici o ambientali.
Questi atti possono essere impugnati quando sono stati emessi senza rispettare le regole, senza motivazione adeguata o senza dare la possibilità di partecipare adeguatamente al procedimento.
Atti di pianificazione urbanistica e edilizia
Le decisioni relative alla pianificazione urbanistica o all’edilizia possono avere un forte impatto sulla proprietà privata e sull’attività economica. Gli atti impugnabili includono:
- Piani regolatori e varianti urbanistiche che cambiano la destinazione d’uso del suolo o limitano le facoltà edificatorie.
- Permessi di costruire concessi o negati in modo considerato arbitrario o immotivato.
- Vincoli paesaggistici o ambientali imposti senza considerare le specificità del caso.
Questi atti sono spesso oggetto di ricorso al TAR perché incidono sulla possibilità di utilizzare o modificare il proprio patrimonio immobiliare.
Appalti e gare pubbliche
Gli appalti e le gare pubbliche sono tra le principali fonti di contenzioso davanti al TAR, soprattutto per le aziende. Gli atti impugnabili includono:
- Bandi di gara considerati lesivi, ad esempio perché ingiustamente escludenti o perché non consentono di presentare un’offerta remunerativa per l’operatore economico
- Aggiudicazioni che, secondo il ricorrente, non rispettino i criteri previsti dal bando.
- Provvedimenti di esclusione dalla gara immotivati o discriminatori.
Sanzioni e ordinanze
Quando un ente pubblico emette sanzioni o ordinanze che colpiscono direttamente un’azienda o un privato, è possibile impugnare tali provvedimenti al TAR. Alcuni esempi comuni sono:
- Sanzioni amministrative (come ad esempio la chiusura di un attività commerciale).
- Ordinanze contingibili ed urgenti che impongono obblighi specifici, come interventi di risanamento ambientale o misure di sicurezza straordinarie.
Le sanzioni e le ordinanze possono essere contestate quando non sono adeguatamente giustificate o se sono state violate le leggi che regolano il procedimento per la loro emissione.
Queste categorie di atti rappresentano situazioni in cui il ricorso al TAR può essere determinante per tutelare i propri diritti di fronte a decisioni della Pubblica Amministrazione considerate scorrette o eccessive.
Un esempio è il ricorso al TAR del Lazio avverso i provvedimenti sanzionatori dell’AGCOM.
Procedura di ricorso al TAR: passaggi e documentazione necessaria
Per presentare un ricorso al TAR bisogna seguire una procedura precisa, rispettando tempi e requisiti specifici. Il ricorso al TAR dà vita al processo amministrativo, che deve essere affrontato con attenzione ai dettagli poiché ogni fase ha un suo ruolo determinante.
Presentazione del ricorso e iscrizione a ruolo
La prima cosa da fare per avviare un ricorso al TAR è la sua notifica alle controparti entro il termine di decadenza. Una volta presentato, il ricorso deve essere iscritto a ruolo presso il TAR, al fine di poter dare avvio al processo. Il ricorso viene poi assegnato a una sezione specifica del TAR, che si occuperà di esaminarlo.
Tempistiche per la notifica ed il deposito del ricorso
Dal momento in cui l’atto amministrativo viene notificato, hai 60 giorni per notificare il ricorso al TAR (30 giorni in materia di appalti). Questo termine è perentorio: se viene superato, il ricorso è tardivo e l’atto amministrativo diventa definitivo. Nel caso di pericolo grave ed irreparabile, il ricorso può prevedere anche la richiesta di misure cautelari, in modo che il TAR possa bloccare l’efficacia del provvedimento fino alla decisione finale. Dopo la notifica hai 30 giorni per depositare il ricorso al TAR (15 giorni in materia di appalti)
Documenti necessari per il ricorso
Affinché il ricorso sia completo e ben strutturato, è importante raccogliere tutta la documentazione rilevante. Ogni dettaglio che può sostenere le proprie ragioni deve essere incluso, e in genere servono:
- Il provvedimento impugnato e la sua notifica: il documento ufficiale con cui l’ente pubblico ha preso la sua decisione e quello con cui l’ha comunicata.
- Prove e documentazione a supporto: tutto il materiale utile a dimostrare che l’atto è stato emesso senza considerare gli elementi necessari, come e-mail, verbali o documenti amministrativi.
- Dichiarazioni e perizie tecniche, se utili al caso: ad esempio, per ricorsi su questioni edilizie o ambientali può essere necessario allegare perizie che diano base tecnica alle ragioni giuridiche.
Avere la documentazione completa è determinante per rafforzare la propria posizione e aumentare le possibilità di successo nel processo.
Come si svolge il procedimento al TAR
Una volta presentato il ricorso e completati i passaggi preliminari, inizia il vero e proprio processo al TAR, che segue regole precise, con fasi di verifica e discussione delle prove.
Fasi del procedimento e udienza di merito
Il procedimento al TAR si svolge in diverse fasi, e una delle più importanti è l’udienza di merito. Durante l’udienza, le parti coinvolte – il ricorrente, l’ente pubblico che ha emesso l’atto, il controinteressato rappresentati dai loro avvocati – espongono le proprie argomentazioni e presentano le prove a supporto.
Dopo l’udienza, i giudici si riuniscono in camera di consiglio per decidere il contenuto della sentenza, che può confermare, annullare o modificare l’atto contestato. Di norma, le sentenze del TAR sono basate esclusivamente sulle prove e sulle argomentazioni presentate: per questo, prepararsi bene con una documentazione solida è fondamentale.
Richiesta di sospensiva
In molti casi, chi fa ricorso al TAR chiede anche la sospensiva dell’atto impugnato. La sospensiva è una misura temporanea che blocca l’efficacia dell’atto fino alla decisione definitiva. Questa richiesta va fatta quando l’atto contestato ha effetti immediati e può causare danni difficilmente reversibili.
La sospensiva viene discussa in tempi rapidi rispetto all’udienza di merito e, se viene accolta, l’atto amministrativo perde temporaneamente la sua validità. Tuttavia, per ottenere una sospensiva, è necessario dimostrare al TAR che l’atto comporta un danno grave e immediato e che il ricorso ha buone possibilità di essere accolto.
Quanto costa il ricorso al tribunale amministrativo?
Uno dei costi principali per avviare un ricorso è il contributo unificato, una tassa fissa che deve essere versata al momento del deposito del ricorso. L’importo del contributo varia in base al valore della causa e alla tipologia di atto contestato. In genere:
- Di norma, il contributo unificato è di 650 euro.
- Per alcune materie si paga un importo più basso (ad esempio ricorsi avverso il silenzio della PA), ma è comunque obbligatorio.
- Per cause in materia di appalti pubblici o concessioni, il contributo unificato aumenta proporzionalmente in base al valore della causa.
Oltre al contributo unificato, ci sono le spese legali. La consulenza e rappresentanza da parte di un avvocato amministrativista, necessaria per l’iter davanti al TAR, comportano costi che variano in base alla complessità della causa e che sono indicativamente calcolabili in base ai parametri forensi per la liquidazione giudiziale degli onorari.
Tempistiche del procedimento davanti al tribunale amministrativo
Il tempo per ottenere una sentenza definitiva dal TAR può variare, ma in generale:
- La sospensiva (se richiesta) viene di solito decisa in tempi rapidi, spesso entro poche settimane dal deposito del ricorso, così da tutelare l’interesse del ricorrente prima della sentenza finale.
- La sentenza di merito, invece, può richiedere tempi più lunghi, generalmente tra i 12 e i 24 mesi, a seconda del carico di lavoro del tribunale e della complessità del caso.
La durata del processo è influenzata anche dalla presenza di eventuali richieste istruttorie, come consulenze tecniche d’ufficio o verificazioni, che possono allungare i tempi. Per le cause più urgenti, come i provvedimenti che incidono gravemente sull’attività economica di un’azienda, è possibile chiedere che il TAR conceda immediatamente le misure cautelari, ma questa possibilità è concessa solo in casi eccezionali.
Cosa fare dopo la sentenza del TAR
Il processo davanti al TAR può concludersi con diversi esiti:
- Accoglimento del ricorso: se il TAR accoglie il ricorso, l’atto contestato viene annullato o modificato secondo le indicazioni del tribunale. La Pubblica Amministrazione dovrà quindi adeguarsi alla sentenza, ad esempio ripetendo il concorso pubblico o rilasciando il permesso di costruire illegittimamente negato.
- Rigetto del ricorso: se il ricorso viene respinto, l’atto impugnato resta pienamente valido e continua a produrre i suoi effetti. In questo caso, il ricorrente non ottiene il risultato sperato e la decisione dell’ente pubblico rimane invariata, salvo chiedere al Consiglio di Stato in appello di rivalutare il processo di primo grado che si è svolto innanzi al TAR e di riformare la sentenza.
- Modifica parziale dell’atto: a volte il TAR decide di annullare solo alcune parti dell’atto impugnato. Ad esempio, potrebbe confermare il provvedimento ma ordinare all’ente di correggere alcuni aspetti considerati illegittimi.
Fare appello al consiglio di Stato
Quando il ricorrente è soccombente e intende criticare la sentenza di primo grado, può fare appello al Consiglio di Stato. L’appello deve essere presentato entro 6 mesi dalla sentenza (o 60 giorni se è stata solo notificata), e richiede argomentazioni che evidenzino eventuali errori del TAR. Il Consiglio di Stato può quindi confermare, modificare o annullare la decisione del TAR, dando una risposta definitiva alla controversia.
Ritieni di aver subito un torto dalla Pubblica Amministrazione?
Ti è capitato di vederti negare un’autorizzazione senza spiegazioni chiare? Sei stato escluso da un concorso o colpito da una sanzione che ritieni ingiusta? Prima di procedere, è utile una valutazione precisa sulla possibilità e opportunità di fare ricorso al TAR. Occorre infatti verificare la fondatezza delle motivazioni di un eventuale ricorso.Con gli avvocati specializzati in diritto amministrativo dello studio legale de Bonis avrai al fianco professionisti che valutano a fondo la tua situazione, individuando i punti più forti del tuo caso e anticipando le possibili criticità. Lo studio, con la sua’ esperienza nel diritto amministrativo, ti offre un supporto mirato per affrontare con sicurezza ogni fase del ricorso, dalla preparazione della strategia processuale fino all’appello.
Andrea de Bonis
Avvocato amministrativista, patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Laureato con Masters alla Lumsa, esperto in appalti e contratti pubblici. Partner di 24 Avvocati e relatore universitario, pubblico articoli specialistici con un linguaggio chiaro e accessibile, rendendo il diritto comprensibile a tutti.