Le novità introdotte nel 2023 hanno riscritto molte regole sui concorsi pubblici. Ma quanto sono davvero applicate? Non è raro che irregolarità, bandi poco chiari o criteri discriminatori compromettano la trasparenza e la legittimità delle selezioni.
In questo articolo, l’avvocato Andrea de Bonis, specializzato in concorsi, ti spiegherà le nuove norme sui concorsi pubblici e ti mostrerà come valutare se un bando di concorso è conforme alla legge.
Informarti sulle norme che regolano i bandi dei concorsi pubblici ti consentirà di partecipare con più consapevolezza e potrai individuare eventuali problemi che potrebbero compromettere ingiustamente le tue chance di successo.
Sommario
- 1 Le norme che regolano i concorsi pubblici
- 2 Le principali novità del DPR 82/2023
- 3 Gestione delle prove scritte e orali: strumenti digitali e regole
- 4 Validità delle graduatorie e ricorsi: regole e azioni possibili
- 5 I vizi di legittimità nei concorsi pubblici: come riconoscerli
- 6 Come tutelarsi contro i bandi irregolari e le violazioni
- 7 Conclusione: la consapevolezza è il tuo miglior alleato
Le norme che regolano i concorsi pubblici
I concorsi pubblici in Italia rappresentano il principale strumento per garantire trasparenza, merito e pari opportunità nell’accesso alla Pubblica Amministrazione. Questo sistema è disciplinato da una serie di normative che, nel tempo, hanno definito regole precise per la pubblicazione dei bandi, lo svolgimento delle prove e la gestione delle graduatorie.
Tra i regolamenti normativi fondamentali troviamo:
- D.Lgs. 165/2001: la legge quadro sul lavoro pubblico, che stabilisce che l’assunzione nella PA deve avvenire tramite concorso pubblico, salvo eccezioni specifiche.
- DPR 487/1994: contiene le regole operative per la gestione dei concorsi, dalle modalità di selezione alla composizione delle commissioni esaminatrici.
- Legge 68/1999: garantisce riserve di posti e percorsi agevolati per categorie protette, come persone con disabilità o in condizioni di svantaggio sociale.
- D.L. 36/2022 (Legge 79/2022): nell’ambito delle riforme del PNRR, ha introdotto importanti disposizioni per velocizzare e digitalizzare i processi di reclutamento.
Queste norme hanno fornito un quadro strutturato e stabile, ma non privo di criticità. Lentezza nelle procedure, mancanza di digitalizzazione e una scarsa attenzione all’inclusività sono stati tra i punti più contestati nel tempo.
La riforma del regolamento dei concorsi pubblici
Per affrontare queste problematiche e allinearsi alle esigenze di un sistema moderno ed efficiente, nel 2023 è stato introdotto il DPR 82/2023, che ha riscritto molte delle regole operative sui concorsi pubblici. Questo nuovo regolamento non sostituisce completamente le normative precedenti, ma le integra e le aggiorna, ponendo particolare attenzione a:
- Digitalizzazione completa delle procedure, con il portale inPA come centro operativo per bandi, comunicazioni e gestione delle graduatorie.
- Tempi certi per la conclusione dei concorsi, fissando un massimo di sei mesi per completare l’intero iter.
- Misure di tutela per categorie svantaggiate, rafforzando i principi di pari opportunità per persone con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).
- Maggiore trasparenza, con obblighi di pubblicità delle prove e tracciabilità di ogni fase del processo concorsuale.
Con questa riforma, il legislatore ha voluto affrontare le principali carenze del sistema precedente, creando un quadro normativo più chiaro e accessibile, che sarà analizzato nel dettaglio nelle sezioni successive.
Le principali novità del DPR 82/2023
Il DPR 82/2023, entrato in vigore il 14 luglio 2023, rappresenta un passo fondamentale per la modernizzazione delle procedure concorsuali. Ecco le principali innovazioni introdotte, spiegate con esempi pratici:
Digitalizzazione delle procedure: cosa cambia con il portale inPA
La gestione dei concorsi pubblici è stata centralizzata attraverso il portale inPA, che diventa il punto di riferimento per tutte le fasi del concorso. Questo significa:
- Pubblicazione dei bandi: i bandi non vengono più pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale in formato cartaceo, ma solo online. Per esempio, se il concorso di un Comune viene pubblicato, sarà visibile sul portale inPA e sul sito dell’ente interessato.
- Domande di partecipazione: ogni candidato deve presentare la domanda direttamente sul portale, utilizzando credenziali SPID, CIE o CNS. Non sono più accettate domande cartacee.
- Comunicazioni ufficiali: il portale è il canale unico per comunicare con i candidati. Per esempio, il calendario delle prove e gli esiti delle selezioni sono notificati nell’area riservata di ciascun candidato.
Questa centralizzazione garantisce maggiore trasparenza e riduce i rischi di errori o discrezionalità, ma richiede anche maggiore attenzione da parte dei candidati: un errore nella compilazione della domanda online potrebbe compromettere la partecipazione.
Durata massima di sei mesi: tempi certi per le procedure
Una delle critiche storiche ai concorsi pubblici era la lentezza. Con il DPR 82/2023, viene introdotto un limite massimo di sei mesi per concludere un concorso, dalla pubblicazione del bando alla graduatoria finale.
Esempio:
Se un concorso viene bandito il 1° gennaio, la graduatoria finale deve essere pubblicata entro il 30 giugno. Eventuali ritardi devono essere giustificati dall’amministrazione con una relazione dettagliata inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Questo vincolo impone alle amministrazioni di pianificare meglio le procedure, evitando lungaggini che penalizzano sia i candidati sia l’efficienza della PA.
Inclusività e pari opportunità: le nuove tutele
Il regolamento rafforza le garanzie per garantire l’accesso equo ai concorsi pubblici:
- Candidati con disabilità e DSA: per chi ha disturbi specifici dell’apprendimento o disabilità certificate, sono previsti strumenti compensativi, come tempi aggiuntivi o utilizzo di tecnologie assistive.
- Esempio: un candidato con DSA potrebbe chiedere di sostituire una prova scritta con un colloquio orale, se adeguatamente documentato.
- Maternità e paternità: le candidate in stato di gravidanza o in periodo di allattamento possono richiedere lo svolgimento delle prove in modalità asincrona o in sedi attrezzate.
Maggiore trasparenza: pubblicità delle prove e tracciabilità
La riforma richiede che tutte le prove siano pubbliche e accessibili:
- Le prove orali devono essere svolte in aule aperte al pubblico, salvo impossibilità logistica. In tal caso, si ricorre a piattaforme digitali per consentire la partecipazione da remoto.
- I dispositivi utilizzati per le prove scritte (es. tablet) devono essere disabilitati alla connessione Internet, per evitare irregolarità.
Esempio:
Durante un concorso per un ente pubblico, la commissione deve garantire che ogni candidato abbia accesso agli stessi strumenti e che i file salvati non siano modificabili dopo l’esame.
Gestione delle prove scritte e orali: strumenti digitali e regole
Con il DPR 82/2023, le modalità di svolgimento delle prove concorsuali sono state profondamente innovate per garantire maggiore efficienza e trasparenza. Questo cambiamento riguarda soprattutto le prove scritte e orali, che ora seguono regole più rigide e si avvalgono di strumenti tecnologici.
Prove scritte: digitalizzazione e sicurezza
Le prove scritte si svolgono in modalità digitale, utilizzando strumenti informatici forniti direttamente dall’amministrazione. Questo garantisce tracciabilità e riduce il rischio di manomissioni.
Requisiti principali:
- Gli elaborati devono essere redatti su dispositivi appositamente configurati, privi di accesso a Internet.
- Il file salvato dal candidato non può essere modificato dopo la conclusione della prova, garantendo l’integrità dei contenuti.
- In caso di malfunzionamento tecnico (ad esempio un blocco del dispositivo), la commissione è obbligata a concedere un tempo aggiuntivo equivalente al ritardo subito.
Esempio pratico:
Immagina di partecipare a un concorso per un Ministero. Durante la prova scritta su tablet, il dispositivo si spegne improvvisamente. Grazie alle nuove regole, la commissione deve documentare l’incidente e darti il tempo necessario per completare l’elaborato.
Validità delle graduatorie e ricorsi: regole e azioni possibili
Le graduatorie sono l’elemento finale di ogni concorso pubblico e definiscono i candidati ammessi o idonei. Con il DPR 82/2023, la loro gestione è stata resa più trasparente e regolamentata.
Con il DPR 82/2023, la validità delle graduatorie per i concorsi pubblici è stata estesa a 2 anni, calcolati a partire dalla data di approvazione. Questo cambiamento offre alle amministrazioni più tempo per attingere dalle graduatorie, riducendo la necessità di indire nuovi bandi per posizioni simili.
Tuttavia, non tutte le graduatorie hanno una durata uniforme. Alcune norme regionali o specifiche possono prevedere validità più brevi, in base alle necessità dell’ente. Inoltre, eventuali proroghe della durata devono essere sempre giustificate e pubblicate ufficialmente per garantirne la trasparenza.
Questa modifica, se da un lato semplifica la gestione amministrativa, dall’altro richiede ai candidati di monitorare costantemente la pubblicazione e l’aggiornamento delle graduatorie, per evitare di perdere opportunità a causa di eventuali irregolarità o discrepanze nei punteggi.
Irregolarità nella gestione delle graduatorie
Le violazioni più comuni includono:
- Mancata pubblicazione: la graduatoria non è caricata sul portale inPA o sul sito dell’amministrazione
- Errori: punteggi sbagliati o candidati esclusi senza motivazione.
Cosa fare in questi casi:
- Presenta una richiesta di chiarimenti direttamente all’ente responsabile, chiedendo la correzione degli errori.
- Se la risposta è insoddisfacente o tardiva, puoi presentare un ricorso al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria.
I vizi di legittimità nei concorsi pubblici: come riconoscerli
Nonostante il quadro normativo aggiornato, può accadere che i concorsi pubblici presentino comunque irregolarità o vizi di legittimità. Questi possono compromettere la trasparenza delle selezioni e, nei casi più gravi, portare all’annullamento delle procedure.
Ma cosa si intende per vizi di legittimità?
Si tratta di violazioni della legge o dei principi costituzionali che regolano i concorsi, come imparzialità, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione. Ecco alcuni esempi comuni e come individuarli.
Requisiti discriminatori o illegittimi
I bandi devono rispettare i principi di uguaglianza e non discriminazione, ma a volte contengono requisiti che limitano l’accesso in modo ingiustificato.
Esempi concreti:
- Limiti di età non motivati: un bando che impone un’età massima per candidarsi, senza giustificarlo con la natura delle mansioni, potrebbe violare la normativa
- Titoli di studio eccessivi: richiedere qualifiche superiori a quelle necessarie per il ruolo può essere considerato discriminatorio.
Come tutelarsi:
I candidati possono contestare questi requisiti prima di partecipare, chiedendo chiarimenti all’amministrazione o ricorrendo al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) se necessario.
Irregolarità nella composizione della commissione esaminatrice
La normativa impone che le commissioni siano composte da esperti competenti e imparziali. Violazioni frequenti includono:
- Presenza di membri senza i requisiti previsti dal bando
- Conflitti di interesse tra commissari e candidati.
Esempio:
Se un membro della commissione è collega o parente di un candidato, il principio di imparzialità è violato, e il concorso può essere annullato.
Cosa fare:
In caso di dubbi, è possibile richiedere l’accesso agli atti per verificare la composizione della commissione e segnalare eventuali irregolarità.
Mancata pubblicità delle prove
Il regolamento prevede che tutte le prove, in particolare quelle orali, siano pubbliche o accessibili tramite piattaforme digitali. Se questo non avviene, il concorso perde trasparenza.
Esempio concreto:
Un’amministrazione che tiene una prova orale a porte chiuse, senza alcuna motivazione valida, sta violando il principio di pubblicità.
Come intervenire:
I candidati possono segnalare immediatamente l’anomalia all’amministrazione o presentare ricorso per invalidare la prova.
Graduatorie non trasparenti o irregolari
Le graduatorie devono essere pubblicate entro i termini previsti e rispettare l’ordine di merito stabilito dalle prove. Le irregolarità più comuni includono:
- Mancata pubblicazione della graduatoria sul portale inPA o sul sito dell’ente
- Errori nel calcolo dei punteggi.
Esempio:
Un candidato che ha superato le prove si trova inspiegabilmente escluso dalla graduatoria, senza alcuna motivazione ufficiale.
Azioni possibili:
In questo caso, è fondamentale presentare un’istanza di accesso agli atti per verificare i criteri adottati nonché l’operato della PA e, se necessario, ricorrere in sede legale.
Per sapere come fare richiesta di accesso, leggi il nostro articolo sull’accesso agli atti di concorso.
Come tutelarsi contro i bandi irregolari e le violazioni
Partecipare a un concorso pubblico richiede non solo preparazione sulle prove, ma anche consapevolezza sui propri diritti. Quando un bando o una procedura non rispettano la legge, è possibile intervenire per tutelarsi e, se necessario, agire legalmente. Ecco i passi fondamentali per riconoscere e gestire eventuali irregolarità.
Leggere attentamente il bando e le sue clausole
La prima difesa contro un bando illegittimo è una lettura scrupolosa. Ogni aspetto deve rispettare i principi di trasparenza, imparzialità e parità di trattamento.
Cosa controllare:
- Requisiti di accesso: sono coerenti con la natura del ruolo?
- Composizione delle commissioni: i membri hanno le qualifiche richieste?
- Modalità delle prove: sono specificate con chiarezza?
Se individui criticità:
Puoi inviare una richiesta di chiarimento all’amministrazione prima della scadenza dei termini, chiedendo di correggere eventuali irregolarità.
Richiedere l’accesso agli atti amministrativi
Quando sorge il dubbio che un concorso non sia stato gestito correttamente, il primo passo è accedere ai documenti ufficiali della procedura.
Come fare:
- Presenta un’istanza di accesso agli atti all’amministrazione
- Richiedi copia dei verbali delle commissioni, delle graduatorie e delle motivazioni che hanno portato all’esclusione o alla selezione di alcuni candidati.
Esempio pratico:
Se il tuo punteggio sembra inferiore rispetto a quanto hai ottenuto nelle prove, puoi richiedere il dettaglio del calcolo per verificare eventuali errori.
Contestare il bando o le graduatorie
Se l’irregolarità è evidente e compromette la legittimità del concorso, è possibile contestarla ufficialmente.
Quando e come agire:
- Presenta un ricorso gerarchico all’amministrazione responsabile, se ritieni che l’errore possa essere corretto internamente
- Presenta un ricorso al TAR,, entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’atto contestato.
Casi frequenti di ricorso:
- Esclusione ingiustificata da una prova
- Violazioni nella pubblicità o nella composizione delle commissioni
- Disparità di trattamento tra candidati.
Rivolgiti a un avvocato specializzato per una tutela completa
Gestire un’irregolarità nei concorsi pubblici può essere complesso. Le procedure richiedono competenze tecniche e una profonda conoscenza del diritto amministrativo. Lo studio legale de Bonis, con esperienza specifica nei concorsi pubblici, può offrirti:
- Un’analisi dettagliata del bando e delle procedure per verificare la legittimità
- Supporto nella presentazione di istanze e ricorsi, garantendo che vengano rispettati i tuoi diritti
- Assistenza e rappresentanza davanti al TAR o agli organi competenti per difendere la tua posizione.
Conclusione: la consapevolezza è il tuo miglior alleato
Partecipare a un concorso pubblico non significa solo prepararsi sulle prove o soddisfare i requisiti richiesti. È altrettanto fondamentale conoscere la normativa che regola ogni fase della selezione, dalla pubblicazione del bando alla validità delle graduatorie. Con le innovazioni introdotte dal DPR 82/2023, le procedure sono diventate più trasparenti e digitalizzate, ma ciò non elimina del tutto il rischio di
Quando sorgono dubbi sulla legittimità di un bando o sulla gestione delle prove, è importante sapere che esistono strumenti e azioni per tutelarti.
Se hai bisogno di chiarimenti, se hai rilevato possibili irregolarità o semplicemente vuoi essere certo che tutto sia in regola, lo studio de Bonis è al tuo fianco. Con esperienza specifica nei concorsi pubblici, possiamo aiutarti a proteggere i tuoi diritti e affrontare qualsiasi situazione con maggiore tranquillità.
Andrea de Bonis
Avvocato amministrativista, patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Laureato con Masters alla Lumsa, esperto in appalti e contratti pubblici. Partner di 24 Avvocati e relatore universitario, pubblico articoli specialistici con un linguaggio chiaro e accessibile, rendendo il diritto comprensibile a tutti.