
Ricevere una sanzione AGCM può rappresentare un momento critico per qualsiasi impresa, sia per l’impatto economico immediato che per le implicazioni reputazionali. Basti pensare al pandoro-gate della Ferragni del Natale 2023 per cui le conseguenze sulla brand reputation sono state ben più gravi della sanzione ricevuta.
Le multe dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) possono raggiungere importi considerevoli, fino al 10% del fatturato annuo, e derivano da violazioni ritenute gravi e in danno della concorrenza.
Altre sanzioni possono essere irrogate per contrastare intese restrittive della concorrenza o abusi di posizione dominante.
Tuttavia, le aziende non sono necessariamente costrette a subire passivamente queste sanzioni. Impugnare una decisione dell’AGCM o dell’antitrust è possibile, e conoscere le procedure giurisdizionali e preparare un ricorso ben documentato può fare la differenza tra il pagamento integrale di una multa, subire integralmente gli effetti di una sanzione o ottenere un annullamento parziale o totale.
In questa guida l’avvocato Andrea de Bonis, esperto in diritto antitrust, approfondisce:
- Il ruolo dell’AGCM e le sue principali competenze in materia di tutela della concorrenza.
- Le caratteristiche delle sanzioni antitrust e i criteri utilizzati per la loro quantificazione.
- I passaggi necessari per presentare un ricorso contro una sanzione dell’AGCM e le possibili strategie per impugnare efficacemente questi provvedimenti.
Con il supporto legale adeguato e una conoscenza approfondita delle procedure, le imprese possono difendere i propri diritti e minimizzare l’impatto delle sanzioni antitrust. Questa guida vi fornirà gli strumenti per affrontare con consapevolezza un eventuale contenzioso con l’autorità.
Sommario
- 1 AGCM: ruolo e competenze principali
- 2 I soggetti sottoposti al controllo dell’AGCM
- 3 Le sanzioni dell’AGCM: tipologie e criteri di quantificazione
- 4 Come impugnare una sanzione antitrust?
- 5 Il Consiglio di Stato: l’ultima parola sui ricorsi antitrust
- 6 Come nasce un’istruttoria dell’AGCM
- 7 Soluzioni alternative al ricorso contro le sanzioni AGCM
- 8 Hai bisogno di contestare una sanzione antitrust?
AGCM: ruolo e competenze principali
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) svolge un ruolo fondamentale nel garantire il corretto funzionamento del mercato italiano. Istituita nel 1990 con la Legge 287, l’AGCM ha il compito di intervenire quando necessario per tutelare la libera concorrenza e i diritti dei consumatori e di vigilare sulle norme antitrust.
Tutela del consumatore
L’AGCM ha il compito di vigilare sul rispetto dei diritti dei consumatori, intervenendo quando le imprese adottano comportamenti scorretti o lesivi. Tra le sue attività principali rientrano il
- Controllo delle pubblicità
- La repressione delle pratiche commerciali scorrette
- L’analisi delle clausole contrattuali.
Un ambito di particolare rilievo riguarda le pratiche commerciali scorrette. L’AGCM interviene quando un’impresa tenta di condizionare le scelte economiche dei consumatori, ad esempio omettendo informazioni rilevanti, diffondendo dati non veritieri o ricorrendo a pressioni indebite. Questi comportamenti possono essere sanzionati con multe fino a 10 milioni di euro.
La pubblicità rappresenta un altro settore di intervento. Dal 1992, l’AGCM verifica la correttezza dei messaggi pubblicitari, assicurandosi che non siano ingannevoli. Dal 2005, l’Autorità dispone anche del potere di imporre sanzioni, un passo che ha rafforzato la sua capacità di agire contro comunicazioni commerciali fuorvianti.
Infine, l’AGCM si occupa delle clausole contrattuali vessatorie, valutando la loro conformità alle normative e intervenendo per eliminare quelle che risultano eccessivamente onerose o sbilanciate a danno dei consumatori.
Queste attività permettono all’AGCM di garantire che i consumatori siano tutelati da abusi e comportamenti lesivi, contribuendo a rendere i rapporti tra imprese e utenti più trasparenti e rispettosi delle regole.
Tutela della concorrenza
L’altro pilastro dell’AGCM è la difesa della libera concorrenza, fondamentale per un mercato efficiente e dinamico. Questo settore si occupa di vigilare su pratiche anticoncorrenziali che possono danneggiare le imprese e, indirettamente, i consumatori.
Le principali azioni svolte in quest’ambito includono:
- Controllo sull’abuso di posizione dominante: l’AGCM monitora le condotte delle imprese che detengono una quota significativa del mercato, assicurandosi che non sfruttino il loro potere per ostacolare i concorrenti o imporre condizioni sfavorevoli ai clienti.
- Sorveglianza sulle intese restrittive: interviene per reprimere accordi tra imprese volti a limitare la concorrenza, come intese sui prezzi, divisioni di mercato o limitazioni alla produzione.
- Analisi delle concentrazioni: valuta fusioni e acquisizioni tra imprese per prevenire il rischio che queste operazioni creino monopoli o riducano in modo significativo la competitività del mercato.
L’obiettivo principale di questo settore è assicurare che tutte le imprese possano competere ad armi pari, incentivando l’innovazione e offrendo ai consumatori una scelta più ampia e prezzi più equi.
I soggetti sottoposti al controllo dell’AGCM
L’AGCM esercita la sua attività di vigilanza e il suo potere sanzionatorio su una vasta gamma di soggetti, garantendo il rispetto delle norme sulla concorrenza e la trasparenza del mercato.
In primo luogo, l’autorità interviene nei confronti delle imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, per contrastare intese restrittive della concorrenza, abusi di posizione dominante e pratiche commerciali scorrette. L’AGCM opera in tutti i settori economici, dalle grandi multinazionali alle piccole realtà locali.
Con l’evoluzione del mercato, l’AGCM ha esteso il suo controllo anche al mondo digitale, vigilando sulla trasparenza delle comunicazioni commerciali di influencer e piattaforme online. L’autorità sanziona la mancata indicazione di contenuti promozionali e la diffusione di informazioni ingannevoli su prodotti o servizi.
Infine, l’AGCM può intervenire anche nei confronti della pubblica amministrazione quando vengono adottati comportamenti che distorcono la concorrenza, come bandi di gara non conformi ai principi di trasparenza e non discriminazione o pratiche che ostacolano la libera competizione tra operatori economici.
Le sanzioni dell’AGCM: tipologie e criteri di quantificazione
L’AGCM dispone di un ampio potere sanzionatorio per contrastare le violazioni delle norme sulla concorrenza e le pratiche commerciali scorrette. Le sanzioni sono commisurate alla gravità e alla durata delle infrazioni, nonché al comportamento delle imprese durante il procedimento istruttorio.
Tipologie di sanzioni
L’AGCM può irrogare diverse tipologie di sanzioni:
- Sanzioni pecuniarie: quando un’impresa viola le norme antitrust, l’AGCM può colpirla con multe che arrivano fino al 10% del suo fatturato annuo globale. È un deterrente economico significativo, che mira a scoraggiare comportamenti anticoncorrenziali.
- Provvedimenti cautelari: in situazioni di urgenza, quando le condotte illecite rischiano di provocare danni immediati e irreparabili, l’autorità può intervenire con provvedimenti cautelari. Questi “congelano” temporaneamente le attività contestate, in attesa che il procedimento faccia il suo corso e accerti la violazione.
- Provvedimenti inibitori: se l’istruttoria conferma l’illiceità delle pratiche, l’AGCM può ordinare all’impresa di cessarle definitivamente. È un intervento chirurgico per ripristinare la legalità e tutelare il mercato.
Criteri di quantificazione delle sanzioni pecuniarie
La quantificazione delle sanzioni pecuniarie si basa sulle Linee Guida adottate dall’AGCM nel 2014, che garantiscono trasparenza e uniformità di trattamento:
- Base di calcolo: si parte dal valore delle vendite relative al mercato interessato dalla violazione, a cui si applica una percentuale – fino al 30% – in base alla gravità dell’infrazione. È la base di calcolo, che assicura proporzionalità tra sanzione e impatto della condotta illecita.
- Entry fee: per le violazioni più gravi, come i cartelli, è prevista un’entry fee aggiuntiva, pari al 15-25% del fatturato associato all’illecito. È un “biglietto d’ingresso” che rende ancora più oneroso violare la legge.
- Circostanze aggravanti: la sanzione può lievitare in presenza di circostanze aggravanti, come la recidiva (reiterazione di comportamenti illeciti nei 5 anni precedenti) o gli ostacoli all’istruttoria (mancato rispetto delle richieste di informazioni o distruzione di prove). Sono comportamenti che denotano una maggiore propensione a violare le regole.
- Circostanze attenuanti: la collaborazione durante il procedimento, l’adozione di programmi di compliance per prevenire violazioni future o il risarcimento spontaneo dei consumatori danneggiati (amnesty plus) possono alleggerire la sanzione. Sono segnali di ravvedimento e buona condotta che l’AGCM considera favorevolmente.
Come impugnare una sanzione antitrust?
Ricevere una sanzione dall’AGCM non significa necessariamente doverla accettare passivamente. La legge, infatti, riconosce alle imprese il diritto di impugnare il provvedimento sanzionatorio attraverso la via del ricorso amministrativo. Una strada che, se percorsa con la giusta strategia e il supporto di professionisti esperti, può portare a risultati favorevoli. Vediamo come.
Il TAR del Lazio: il giudice specializzato per i ricorsi antitrust
Il primo grado di giudizio per impugnare una sanzione dell’AGCM è rappresentato dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, sede di Roma. Questa competenza territoriale esclusiva è stabilita dall’art. 135 della D. Lgs. 104/2010 (Codice del Processo Amministrativo), che individua nel TAR del Lazio l’organo specializzato per i ricorsi contro i provvedimenti dell’autorità garante della concorrenza.
Il termine per proporre ricorso è di 60 giorni dalla notifica della sanzione, con successivi 15 giorni per il deposito ai sensi dell’art. 119 c.p.a.. È fondamentale rispettare rigorosamente queste scadenze per non perdere la possibilità di contestare il provvedimento.
In caso di esito negativo, è possibile proporre appello al Consiglio di Stato, organo di secondo grado della giustizia amministrativa. Per una guida dettagliata su come presentare ricorso al TAR, consulta il nostro approfondimento dedicato.
Gli elementi essenziali di una strategia di impugnazione efficace
Per contestare con successo una sanzione antitrust, non basta affidarsi alla forza delle proprie ragioni. Occorre sviluppare una strategia di impugnazione solida, persuasiva e supportata da evidenze concrete. Un lavoro complesso, che richiede esperienza e competenze specialistiche. Ecco gli “ingredienti” fondamentali:
- Analisi a 360 gradi del provvedimento sanzionatorio, per individuare potenziali vizi di legittimità o di merito su cui costruire il ricorso. Sotto la lente, non solo il contenuto della decisione, ma anche il rispetto delle garanzie procedurali durante l’iter istruttorio: dal diritto di difesa all’accesso agli atti, fino all’adeguatezza della motivazione.
- Memorie difensive “chirurgiche”, che smontino punto per punto le contestazioni dell’AGCM con riscontri fattuali e argomenti giuridici convincenti. A supporto, un “arsenale” di documenti, perizie tecniche ed economiche che dimostrino l’insussistenza della violazione o l’erroneità delle valutazioni dell’autorità.
- Rispetto rigoroso dei termini procedurali, sia per la proposizione del ricorso (60 giorni dalla notifica, più 15 per il deposito) sia per il deposito di eventuali memorie e documenti integrativi richiesti dal TAR durante il giudizio. Una “corsa contro il tempo” che non ammette distrazioni.
I possibili esiti del ricorso
Impugnare una sanzione antitrust non significa necessariamente ottenere un annullamento totale del provvedimento. Esistono diversi esiti intermedi che possono comunque migliorare significativamente la posizione dell’impresa ricorrente:
- Il TAR può accogliere parzialmente il ricorso, annullando solo alcune parti della decisione dell’AGCM o riducendo l’importo della sanzione irrogata.
- Anche in caso di conferma dell’illecito, il giudice amministrativo può rideterminare la sanzione tenendo conto di circostanze attenuanti non adeguatamente considerate dall’autorità.
- Il TAR può ravvisare vizi procedurali che, pur non comportando l’annullamento integrale del provvedimento, possono comunque influire sull’entità della sanzione.
In ogni caso, proporre ricorso consente all’impresa di ottenere un riesame completo della decisione dell’AGCM da parte di un giudice terzo e imparziale. Con l’assistenza di legali specializzati in diritto antitrust e contenzioso amministrativo, è possibile costruire una linea difensiva vincente e raggiungere risultati significativi, che riducano o eliminino l’impatto della sanzione.
Se il TAR conferma la sanzione, è comunque possibile fare appello al Consiglio di Stato, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa.
Il Consiglio di Stato: l’ultima parola sui ricorsi antitrust
Se l’esito del ricorso al TAR non è soddisfacente, non è ancora finita. La legge offre un secondo grado di giudizio: l’appello al Consiglio di Stato. Un’opportunità per sottoporre la decisione del TAR a un riesame completo, sia in punto di fatto che di diritto.
3 mesi dal deposito della sentenza di primo grado per appellare (termine ridotto di 30 giorni in caso di notifica della sentenza), 15 giorni per depositare l’appello: anche qui, la tempestività è essenziale. Ma attenzione: in appello non è possibile introdurre nuovi motivi di ricorso o produrre nuovi documenti, salvo casi eccezionali. Conta soprattutto la solidità degli argomenti già sviluppati in primo grado.
Il Consiglio di Stato può adottare diverse decisioni:
- Confermare la sentenza del TAR, rendendo definitiva la sanzione.
- Riformare la decisione, modificando o annullando la sanzione imposta dall’AGCM.
- Rinviare il caso al TAR per un nuovo esame, se ricorre una delle ipotesi per il riesame del caso da parte del giudice di primo grado.
Come nasce un’istruttoria dell’AGCM
L’attività di controllo dell’AGCM parte spesso da una segnalazione di violazione delle norme sulla concorrenza o dei diritti dei consumatori. Questo può avvenire su iniziativa di cittadini, imprese o associazioni di categoria, oppure attraverso indagini avviate d’ufficio dall’Autorità. Capire come viene avviata un’istruttoria permette di comprendere il meccanismo con cui l’AGCM individua e contrasta comportamenti illeciti.
Modalità di segnalazione delle violazioni
Chiunque rilevi comportamenti illeciti che violano le norme antitrust o danneggiano i consumatori può segnalare la violazione all’AGCM. Le modalità di segnalazione sono semplici e accessibili:
- PEC o posta ordinaria:
Le segnalazioni possono essere inviate tramite posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo protocollo.agcm@pec.agcm.it o tramite posta ordinaria all’indirizzo:
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Piazza Giuseppe Verdi 6/A – 00198 Roma. - Modulo online:
Il sito dell’AGCM offre un modulo online dedicato, che permette di descrivere i fatti rilevanti e allegare documenti a supporto della segnalazione. Questo strumento è particolarmente utile per i consumatori e le piccole imprese che vogliono avviare una segnalazione in modo rapido.
La segnalazione deve essere il più dettagliata possibile, includendo documentazione rilevante come contratti, pubblicità, corrispondenza o qualsiasi altro elemento che possa supportare l’accusa.
Iter di avvio di un’istruttoria
Una volta ricevuta una segnalazione, o sulla base di autonome rilevazioni, l’AGCM avvia una fase di valutazione preliminare. In questa delicata fase, l’autorità analizza attentamente gli elementi a sua disposizione per decidere se sussistono i presupposti per l’apertura di un’istruttoria formale.
Gli esiti possibili sono tre:
- Archiviazione, se gli elementi raccolti non sono sufficienti a supportare l’ipotesi di una violazione. La pratica viene chiusa senza ulteriori conseguenze per le imprese coinvolte.
- Non luogo a provvedere, se la fattispecie segnalata non rientra nell’ambito di competenza dell’AGCM o se la condotta denunciata non configura, prima facie, un illecito anticoncorrenziale. Anche in questo caso, il procedimento si conclude senza l’avvio di un’istruttoria.
- Avvio dell’istruttoria, se l’AGCM ritiene che vi siano sufficienti indizi di una possibile violazione delle norme antitrust. In questo caso l’AGCM notifica ufficialmente l’avvio del procedimento alle parti coinvolte, precisando:
- Le violazioni contestate
- Gli elementi raccolti durante la fase preliminare
- Le modalità e i termini per presentare una difesa.
Da questo momento, le parti possono partecipare attivamente al procedimento, presentando memorie, osservazioni o richieste di audizione.
L’apertura di un’istruttoria non equivale, ovviamente, a un giudizio di colpevolezza. Si tratta solo di una fase di approfondimento, in cui l’AGCM raccoglierà ulteriori elementi per valutare se la violazione ipotizzata sia effettivamente sussistente. Un percorso complesso, che richiede tempo e risorse, ma che è essenziale per garantire il corretto funzionamento del mercato.
Per le imprese coinvolte, l’avvio di un’istruttoria rappresenta un momento delicato, che va affrontato con la massima attenzione e con il supporto di professionisti esperti.
Soluzioni alternative al ricorso contro le sanzioni AGCM
Non sempre il ricorso al TAR è l’unica strada per contestare una sanzione antitrust. In alcuni casi, soprattutto quando l’obiettivo è ridurre i tempi e limitare i danni reputazionali, è possibile optare per soluzioni alternative come accordi transattivi o impegni volontari con l’AGCM.
Il caso Ferragni: mediazione per salvaguardare la reputazione
Un esempio significativo è il caso che ha coinvolto le società legate a Chiara Ferragni, sanzionate dall’AGCM per presunte pratiche commerciali scorrette nella promozione del pandoro “Pink Christmas”. Dopo aver presentato ricorso al TAR del Lazio, le società hanno deciso di rinunciare all’impugnazione della sanzione, concordando con l’AGCM il versamento di 1,2 milioni di euro a un’organizzazione benefica per bambini.
Questa scelta ha permesso di risolvere rapidamente la controversia, limitando i danni di immagine al brand. Situazioni simili evidenziano quanto sia importante valutare tutte le opzioni disponibili e affidarsi a un legale esperto per negoziare accordi vantaggiosi e tutelare al meglio gli interessi dell’impresa.
Hai bisogno di contestare una sanzione antitrust?
Hai ricevuto una sanzione dall’AGCM e vuoi sapere come impugnarla? Ti serve assistenza per contestare una multa o chiarire i tuoi diritti? Oppure vuoi segnalare una violazione delle regole antitrust?
Il nostro studio legale è a disposizione per fornire assistenza specializzata in ogni fase del procedimento antitrust, dalla gestione delle richieste di informazioni fino all’eventuale impugnazione del provvedimento finale.
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Andrea de Bonis
Avvocato amministrativista, patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Laureato con Masters alla Lumsa, esperto in appalti e contratti pubblici. Partner di 24 Avvocati e relatore universitario, pubblico articoli specialistici con un linguaggio chiaro e accessibile, rendendo il diritto comprensibile a tutti.