L’istituto del trust rappresenta una delle soluzioni giuridiche più versatili e innovative per la tutela e la gestione del patrimonio. Introdotto nel nostro ordinamento grazie alla ratifica della Convenzione dell’Aja, questo strumento consente di separare e proteggere beni destinandoli a obiettivi specifici, rispondendo così a esigenze che non trovano adeguata copertura nei tradizionali istituti giuridici italiani.
In Italia, il trust ha trovato applicazione in ambiti che spaziano dalla pianificazione successoria alla gestione di patrimoni immobiliari e aziendali, grazie alla capacità di offrire una protezione efficace contro rischi personali e imprenditoriali.
Redatto dall’Avv. Andrea de Bonis, esperto in trust, questo approfondimento ti consentirà di comprendere cos’è un trust, quali sono i vantaggi di istituirne uno e quali tipologie risultano più adatte alle diverse esigenze personali e familiari.
Sommario
Cosa si intende per trust?
Il termine “trust”, che in inglese significa “fiducia” o “affidamento”, rappresenta un istituto giuridico concepito per separare e proteggere beni, destinandoli a finalità specifiche. Attraverso questo strumento, il disponente, o settlor, trasferisce la gestione di una parte del proprio patrimonio a un soggetto terzo, il trustee, con il compito di amministrarlo nel rispetto di quanto previsto nell’atto istitutivo. I beneficiari del trust, individuati dal disponente, sono coloro che trarranno vantaggio da questa struttura giuridica.
In italiano, il trust può essere definito come una “fiducia regolamentata”, poiché il disponente si fida del trustee per garantire che i beni vengano gestiti secondo le proprie istruzioni. Tuttavia, questa traduzione non cattura completamente la complessità del termine, che racchiude anche un’importante dimensione giuridica: l’effetto segregativo. Questo significa che i beni conferiti in trust sono separati dal patrimonio personale del disponente e del trustee, garantendo una protezione efficace.
Come funziona il trust in Italia?
In Italia, il trust è stato riconosciuto nel 1992 con la ratifica della Convenzione dell’Aja del 1985, che ne regola il funzionamento pur senza una normativa specifica interna. Grazie alla sua capacità di adattarsi a molteplici esigenze, è oggi utilizzato per finalità che includono la pianificazione successoria, la gestione di immobili, la protezione di familiari con esigenze speciali e la salvaguardia del patrimonio imprenditoriale.
Il ruolo del trustee
I beni conferiti nel trust sono affidati al trustee, un soggetto terzo che assume il ruolo di amministratore. Il trustee deve gestire i beni secondo le istruzioni contenute nell’atto istitutivo del trust, redatto dal disponente (settlor). Il trustee non può disporre dei beni come se fossero propri, ma deve agire esclusivamente per perseguire le finalità stabilite dal disponente.
Un patrimonio separato
I beni del trust restano separati dal patrimonio personale del trustee e del disponente. I beni del trust formano un patrimonio autonomo, destinato unicamente ai beneficiari o allo scopo indicato dal settlor. Questa separazione patrimoniale offre una tutela rafforzata: i beni del trust sono al riparo da pretese di creditori personali e procedure fallimentari che coinvolgano il disponente.
Flessibilità e sicurezza: i vantaggi del trust
Il trust si rivela uno strumento versatile e sicuro, particolarmente adatto per:
- Pianificare il passaggio generazionale dei beni
- Proteggere il patrimonio familiare da rischi personali o imprenditoriali
- Amministrare risorse in favore di soggetti incapaci o vulnerabili, come minori, disabili o anziani non autosufficienti
La flessibilità del trust nel perseguire questi obiettivi supera i limiti degli strumenti giuridici tradizionali italiani. Il fondo patrimoniale, ad esempio, non offre la stessa separazione patrimoniale, mentre il mandato fiduciario manca dell’effetto segregativo tipico del trust.
Il trust si sta quindi affermando come una soluzione apprezzata per la sua capacità di adattarsi a diverse situazioni, offrendo una tutela rafforzata del patrimonio e una maggiore flessibilità nella gestione dei beni.
Chi sono i soggetti del trust?
Il trust si fonda su un insieme di soggetti che svolgono ruoli distinti ma interconnessi, indispensabili per il corretto funzionamento di questo istituto giuridico. Ognuno di essi ha responsabilità ben definite, che vengono delineate nell’atto istitutivo e dalla legge applicabile scelta per il trust.
Il settlor
Il disponente, o settlor, è la figura che dà vita al trust.
È colui che, attraverso un atto istitutivo, conferisce una parte del proprio patrimonio al trust, destinandolo a finalità specifiche o al beneficio di uno o più soggetti, i beneficiari.
Può istituire un trust chiunque abbia la capacità giuridica di disporre dei propri beni. Ciò include persone fisiche, aziende e, in alcuni casi, enti giuridici. È fondamentale che il disponente abbia il pieno diritto di disporre dei beni conferiti, senza limitazioni legali o contrattuali.
Il ruolo del disponente non si esaurisce con la creazione del trust. Egli può definire con precisione le regole e i limiti che il trustee deve rispettare nella gestione dei beni. Tuttavia, una volta istituito il trust e trasferiti i beni, la regola è che il disponente perde la proprietà e il controllo diretto su di essi..
Il trustee
Il trustee è il soggetto incaricato di amministrare i beni conferiti nel trust in conformità con le istruzioni stabilite dal disponente. È il responsabile dei beni, ma non ne dispone come se fossero propri: la sua gestione è vincolata esclusivamente agli scopi definiti nell’atto istitutivo.
Può ricoprire il ruolo di trustee sia una persona fisica sia una persona giuridica, purché possieda le competenze e l’affidabilità necessarie per gestire i beni in modo responsabile.
Il trustee ha l’obbligo di:
- Gestire i beni del trust con diligenza e trasparenza;
- Rispettare le istruzioni fissate in atto istitutivo, perseguendo le finalità stabilite;
- Rendere conto della propria attività ai beneficiari e, se previsto, al protector.
Nonostante la titolarità legale, i beni del trust non si confondono con il patrimonio personale del trustee. Questo implica che i suoi creditori non possono aggredire tali beni, e che eventuali vicende personali (come fallimenti o separazioni) non influiscono sul patrimonio del trust.
Il trustee è quindi una figura centrale, la cui indipendenza e competenza sono fondamentali per il buon funzionamento del trust.
I beneficiari
I beneficiari sono i destinatari finali del trust, coloro per i quali i beni conferiti vengono amministrati e tutelati. Possono essere persone fisiche, giuridiche o, in alcuni casi, categorie di soggetti definiti in base a criteri specifici. La loro identificazione è determinata dall’atto istitutivo del trust, dove il disponente stabilisce chi beneficerà dei redditi generati o della devoluzione finale del patrimonio.
Esistono due principali tipologie di beneficiari:
- Immediati: ottengono vantaggi già durante il funzionamento del trust, come il reddito prodotto dai beni o l’uso di un immobile.
- Finali: ricevono la proprietà dei beni al termine del trust, secondo quanto previsto nell’atto istitutivo.
Ad esempio, in un trust familiare, un figlio disabile può ricevere un sostegno economico continuo dai redditi generati, mentre il patrimonio può essere assegnato in proprietà agli altri figli al termine del trust.
Grazie alla sua flessibilità, il trust può essere strutturato per includere beneficiari che traggono vantaggi in tempi diversi, oppure per rispondere a esigenze particolari, come garantire il sostegno economico a una persona vulnerabile o tutelare il patrimonio familiare dalle incertezze della vita.
Un aspetto importante è che i beneficiari non gestiscono direttamente i beni del trust: il loro ruolo è passivo, ma protetto.
Spetta al trustee amministrare il patrimonio in modo trasparente e rendere conto della sua gestione. I beneficiari, infatti, hanno il diritto di essere informati sull’andamento del trust, ma non possono intervenire nella gestione, che resta esclusiva competenza del trustee.
Il guardiano o protector
Il guardiano è una figura opzionale, ma spesso presente nei trust più complessi. Il suo compito è supervisionare l’operato del trustee, garantendo che i beni siano gestiti nel rispetto delle volontà del disponente e a beneficio dei soggetti designati.
Il guardiano può essere una persona di fiducia del disponente, come un familiare, o un professionista esperto, come un avvocato o un commercialista. La sua indipendenza è fondamentale: non deve essere influenzato né dai beneficiari né dal trustee per assicurare un controllo imparziale.
Il guardiano agisce come un garante dell’integrità del trust, intervenendo in momenti chiave per:
- Autorizzare decisioni rilevanti del trustee, come la vendita di beni di grande valore.
- Verificare la conformità della gestione del trust rispetto all’atto istitutivo.
- Sostituire il trustee, se necessario, in caso di violazioni o incapacità.
Questa figura offre un ulteriore livello di controllo, particolarmente utile nei trust destinati a beneficiari vulnerabili o in situazioni in cui il disponente desidera maggiore sicurezza.
In molti trust, il guardiano ha anche il potere di modificare alcune disposizioni operative, ma sempre nei limiti stabiliti dall’atto istitutivo.
Le tipologie di trust: quale scegliere?
Il trust è uno strumento giuridico estremamente versatile, che si adatta a esigenze diverse grazie alla possibilità di strutturarlo in molteplici forme. Ogni tipologia di trust è progettata per rispondere a situazioni specifiche, come la protezione dei beni familiari, la gestione di immobili o la pianificazione aziendale.
Trust familiare
Il trust familiare rappresenta una delle applicazioni più diffuse e vantaggiose dell’istituto del trust, rivelandosi uno strumento prezioso per proteggere il patrimonio della famiglia e assicurare una gestione oculata e responsabile dei beni a beneficio dei propri cari.
Questa tipologia di trust trova il suo impiego ideale in molteplici situazioni, dalla tutela di soggetti vulnerabili, come figli minori, persone con disabilità o anziani non autosufficienti, alla pianificazione successoria, con l’obiettivo di prevenire conflitti tra eredi e garantire una suddivisione equa del patrimonio. Inoltre, il trust familiare si rivela uno scudo efficace per la protezione del patrimonio da rischi quali debiti personali o imprenditoriali, salvaguardando i beni di famiglia da eventuali pretese creditorie.
Ma come funziona, concretamente, un trust familiare? Immaginiamo un genitore che decide di istituire un trust per destinare i frutti di un immobile o di un investimento al sostegno economico di un figlio disabile. Sarà il trustee, seguendo le indicazioni del disponente, a gestire questi beni e a far sì che il reddito generato sia utilizzato per coprire spese mediche, educative o di cura del beneficiario. Una vera e propria “rendita” di cura e protezione, insomma.
La flessibilità del trust familiare consente di adattarlo alle esigenze specifiche di ciascuna famiglia, offrendo un’ampia gamma di possibilità per personalizzare la gestione del patrimonio e le modalità di erogazione dei benefici ai destinatari. Questa caratteristica rende il trust uno strumento su misura, capace di rispondere in maniera puntuale alle necessità di tutela e supporto dei propri cari, garantendo al contempo una solida sicurezza patrimoniale e una maggiore tranquillità per il futuro della famiglia.
Trust Immobiliare
Il trust immobiliare rappresenta una soluzione strategica per la gestione e la protezione dei beni immobili, rivelandosi particolarmente utile in ambiti familiari ed ereditari, oltre che per finalità imprenditoriali. Grazie alla sua struttura flessibile, questo strumento consente di organizzare in modo chiaro la destinazione e l’amministrazione di immobili, riducendo rischi e prevenendo conflitti.
Questa tipologia di trust è spesso impiegata per regolare il passaggio generazionale di proprietà immobiliari, garantendo che gli immobili restino in famiglia e siano utilizzati o mantenuti secondo precise disposizioni del disponente. È altrettanto efficace nel proteggere gli immobili da potenziali rischi, come azioni giudiziarie o pretese creditorie, separando il patrimonio immobiliare dal resto dei beni personali o aziendali.
Un esempio concreto? Un trust immobiliare può essere creato per gestire un immobile a scopo di investimento, garantendo che i redditi generati siano suddivisi equamente tra i beneficiari.
Grazie alla sua capacità di adattarsi a situazioni particolari, il trust immobiliare offre un controllo preciso e una protezione solida, assicurando che gli immobili vengano amministrati in modo oculato e sempre in linea con gli obiettivi prefissati dal disponente.
Trust societario
Il trust societario è uno strumento giuridico prezioso per garantire la continuità e la protezione delle attività aziendali. È particolarmente apprezzato in ambito imprenditoriale, dove consente di gestire quote, azioni e partecipazioni societarie con regole chiare e precise, proteggendo al contempo il patrimonio aziendale da rischi esterni.
Questa tipologia di trust trova applicazione in diverse situazioni, come il passaggio generazionale di un’azienda di famiglia o la gestione delle quote in una fase delicata della vita societaria, ad esempio durante una ristrutturazione o un riassetto organizzativo.
Immaginiamo un imprenditore che desidera assicurare la stabilità della propria azienda familiare nel tempo. Attraverso un trust societario, può trasferire le quote societarie a un trustee, che avrà il compito di amministrarle secondo le sue disposizioni, garantendo che l’azienda venga condotta a beneficio di determinati beneficiari, come i figli o altri familiari. Questo evita frammentazioni nella gestione o eventuali conflitti tra eredi.
Il trust societario si distingue per la capacità di tutelare il patrimonio aziendale da situazioni di instabilità, e per la sua flessibilità nel soddisfare obiettivi specifici, dalla protezione del controllo societario alla pianificazione strategica per il futuro dell’azienda.
Trust di scopo
Il trust di scopo è una forma particolare di trust in cui i beni conferiti non sono destinati a specifici beneficiari, ma al raggiungimento di un obiettivo ben definito. Questa tipologia si presta a soddisfare esigenze particolari, che vanno oltre la semplice tutela patrimoniale o la gestione familiare.
Il trust di scopo è spesso utilizzato per finalità benefiche, come il sostegno a organizzazioni no profit, la creazione di borse di studio o la promozione di progetti culturali o ambientali. Tuttavia, può essere adottato anche in contesti aziendali o istituzionali, ad esempio per garantire l’esecuzione di accordi complessi o per gestire fondi destinati a progetti di sviluppo.
Ad esempio un imprenditore può istituire un trust di scopo per finanziare la ricerca scientifica, trasferendo beni o liquidità a un trustee con l’obbligo di amministrarli esclusivamente per questo obiettivo. Un’altra applicazione pratica può riguardare la costituzione di un fondo destinato alla manutenzione di un’opera d’arte o di un immobile storico, assicurandone la conservazione nel tempo.
Grazie alla sua flessibilità e alla capacità di adattarsi a esigenze non personali, il trust di scopo rappresenta una soluzione efficace per chi desidera destinare risorse ad un progetto, con la certezza che saranno amministrate in modo rigoroso e trasparente.
Trust successorio
Il trust successorio è uno strumento efficace per pianificare il passaggio generazionale del patrimonio, garantendo una distribuzione equa dei beni e riducendo il rischio di conflitti tra eredi. A differenza del testamento, offre maggiore flessibilità e protezione, soprattutto in situazioni complesse o in presenza di beni di rilevante valore.
Questa tipologia di trust consente al disponente di stabilire regole precise sulla gestione e sulla destinazione dei beni, che verranno amministrati dal trustee a vantaggio dei beneficiari indicati. È particolarmente utile per tutelare familiari con esigenze specifiche, come figli minori o persone con disabilità, o per preservare la continuità di un’azienda familiare.
Ad esempio, un imprenditore può istituire un trust per assicurare che le quote societarie siano trasferite gradualmente a uno o più eredi, evitando divisioni che potrebbero compromettere la stabilità dell’azienda. Oppure, un trust successorio può essere utilizzato per garantire una rendita a un coniuge superstite, lasciando al termine del trust la proprietà del patrimonio agli altri eredi.
Il trust successorio offre inoltre una protezione unica contro eventuali contestazioni ereditarie, rispettando i limiti imposti dalla normativa italiana sulla quota di legittima. In questo modo, diventa uno strumento personalizzabile, in grado di rispondere alle diverse necessità del disponente, assicurando al tempo stesso ordine e stabilità nella gestione del patrimonio familiare.
Come si costituisce un trust?
La costituzione di un trust in Italia è possibile grazie alla Convenzione dell’Aja del 1985, ratificata nel 1992, che consente di utilizzare una legge straniera per disciplinare questo istituto giuridico. Il trust, infatti, non è regolato direttamente dalla normativa italiana, ma è pienamente riconosciuto come strumento legittimo nel nostro ordinamento.
Il disponente può scegliere quale legge applicare al trust, privilegiando spesso quelle dei Paesi di common law,, che prevedono norme dettagliate e consolidate sul funzionamento del trust.
L’atto costitutivo del trust
Il processo di costituzione inizia con la redazione dell’atto istitutivo, che definisce le regole di gestione, gli scopi del trust e i soggetti coinvolti. Vediamo nel dettaglio cosa prevede questo atto. Redatto dal disponente (settlor), questo “regolamento” del trust contiene:
- Identificazione delle parti:
- Il disponente, che istituisce il trust
- Il trustee, incaricato di gestire i beni
- I beneficiari, che riceveranno i vantaggi del trust
- Descrizione dei beni conferiti nel trust (immobili, strumenti finanziari, partecipazioni societarie, ecc.)
- Finalità del trust (protezione del patrimonio, sostegno economico ai familiari, scopo benefico)
- Regole di gestione per l’amministrazione dei beni da parte del trustee
- Durata del trust (a tempo determinato o vincolato al raggiungimento dello scopo)
- Eventuale nomina di un protector, figura di garanzia con funzioni di supervisione
La forma dell’atto di trust è sempre scritta e coinvolgendo i beni immobili o le partecipazioni societarie è richiesto l’atto pubblico davanti a un notaio.
Quanto costa il trust?
Costituire e gestire un trust in Italia comporta inevitabilmente dei costi, che possono variare in base alla complessità della struttura e alla natura dei beni conferiti. Questi costi si dividono in due categorie principali: le spese iniziali di costituzione e i costi ricorrenti di gestione.
Partiamo dalle spese iniziali:
- Compensi professionali: comprendono la consulenza legale e fiscale per la redazione dell’atto istitutivo, indispensabile per garantire che il trust sia strutturato correttamente e conforme alla normativa applicabile.
- Atto pubblico: se il trust include beni immobili o partecipazioni societarie, l’atto di costituzione deve essere stipulato davanti a un notaio, con costi che variano in base al valore dei beni.
- Imposte di registro, ipotecarie e catastali: applicabili in misura fissa o proporzionale a seconda della tipologia di beni conferiti.
Passiamo ora ai costi di gestione:
Il trustee, che può essere una persona fisica o una società, riceve un compenso per l’amministrazione del trust. Questo compenso è di solito proporzionale alla complessità della gestione e al valore del patrimonio amministrato.
Spesso, per garantire la corretta amministrazione del trust, è necessario il supporto continuativo di esperti legali, fiscali o contabili. Questi costi di consulenza vanno considerati nel budget di gestione.
Infine, non dimentichiamo le imposte sui redditi prodotti dai beni in trust. La tassazione varia a seconda della natura del patrimonio e della residenza fiscale del trustee.
I vantaggi del trust: protezione, flessibilità e pianificazione
Il trust offre una serie di vantaggi unici che lo rendono uno strumento sempre più apprezzato per la gestione patrimoniale. Tra i principali benefici, spiccano la protezione dei beni, la flessibilità di utilizzo e la possibilità di una pianificazione a lungo termine.
L’effetto segregativo: uno scudo contro i creditori personali
Uno dei maggiori vantaggi del trust è il suo effetto segregativo. I beni conferiti nel trust costituiscono un patrimonio separato rispetto a quello personale del disponente e del trustee.
Questo significa che, una volta trasferiti nel trust, i beni sono al riparo dalle pretese dei creditori personali del disponente e del trustee. Anche in caso di fallimento o di procedure esecutive, i beni in trust non possono essere aggrediti, garantendo una tutela efficace del patrimonio.
Pianificazione fiscale: opportunità e limiti
Il trust può offrire interessanti opportunità di pianificazione fiscale, ma sempre nel rispetto dei limiti previsti dalla legge. Ad esempio, il trust può essere utilizzato per:
- Ottimizzare la tassazione sui redditi prodotti dai beni in trust
- Pianificare il passaggio generazionale del patrimonio, riducendo l’impatto delle imposte di successione
- Gestire in modo efficiente i flussi di reddito destinati ai beneficiari
Tuttavia, è fondamentale che il trust sia costituito per finalità autentiche e non con il solo scopo di eludere le norme fiscali. Un utilizzo improprio del trust può infatti attirare l’attenzione dell’amministrazione finanziaria e comportare pesanti sanzioni.
Rischi e limiti del trust
Nonostante i suoi numerosi vantaggi, il trust richiede una pianificazione accurata e una gestione rigorosa per garantire che sia efficace e valido. Errori nella configurazione o nella scelta delle figure coinvolte possono comprometterne la validità o esporlo a contestazioni legali.
Un rischio comune è la scelta di un trustee inadeguato o non indipendente, che potrebbe ridurre il trust a un mero rapporto di mandato. Inoltre, un controllo eccessivo da parte del disponente può portare all’invalidità del trust, rendendolo inefficace per la protezione patrimoniale.
Per garantire che il trust sia strutturato correttamente e risponda alle finalità desiderate, è indispensabile affidarsi a professionisti esperti.
Lo studio legale de Bonis ha già ideato e istituito numerosi trust, con differenti finalità (familiare, immobiliare, societario, passaggio generazionale).
L’ avvocato Andrea de Bonis è attualmente Trustee di diversi Trust a lui affidati in ragione della sua esperienza e competenza nel settore.
Contattaci oggi stesso per una consulenza personalizzata.
Domande frequenti sul trust
Un trust può essere revocato?
Un trust può essere revocato solo se l’atto istitutivo lo prevede esplicitamente. Se non è prevista questa possibilità, il trust è irrevocabile e i beni restano vincolati fino al raggiungimento dello scopo o alla scadenza stabilita.
Quali sono i rischi principali nella costituzione di un trust?
Un trust mal strutturato, con un trustee non indipendente o con regole poco chiare, rischia di essere considerato nullo o inefficace. È fondamentale affidarsi a professionisti esperti per evitare queste problematiche.
Quali vantaggi offre il trust rispetto al fondo patrimoniale?
Il trust può essere impiegato in molti più casi concreti, proteggendo i beni anche per quelle ipotesi in cui il fondo patrimoniale non si rivela uno strumento adeguato o utilizzabile.
Chi controlla il trustee?
Il trustee è vincolato dalle disposizioni dell’atto istitutivo e può essere supervisionato da un guardiano (protector), se previsto. Inoltre, deve rendere conto del proprio operato ai beneficiari.
Andrea de Bonis
Avvocato amministrativista, patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Laureato con Masters alla Lumsa, esperto in appalti e contratti pubblici. Partner di 24 Avvocati e relatore universitario, pubblico articoli specialistici con un linguaggio chiaro e accessibile, rendendo il diritto comprensibile a tutti.