
Quando si parla di danno erariale, si fa riferimento a quei casi in cui dipendenti o amministratori pubblici causano, per dolo o colpa grave, una perdita economica allo Stato o agli enti pubblici.
La responsabilità per danno erariale è un tema che ogni dipendente pubblico dovrebbe conoscere bene. Quando una gestione sbagliata delle risorse pubbliche provoca una perdita economica per lo Stato, si può configurare questo tipo di responsabilità, con conseguenze rilevanti sia a livello amministrativo che penale.
Questo tipo di responsabilità non riguarda solo la gestione inefficiente delle risorse, ma può estendersi anche a condotte che, pur sembrando conformi alle norme, portano comunque a un danno per l’amministrazione. Non si tratta solo di errori evidenti: anche azioni apparentemente legittime, se non finalizzate al bene dell’amministrazione, possono comportare il rischio di dover rispondere per danno erariale.
Ma quali sono le situazioni che portano effettivamente a questa responsabilità? E soprattutto, come può un dipendente o un amministratore pubblico tutelarsi da tali rischi? In questo articolo l’avvocato Andrea de Bonis, esperto di responsabilità erariale, farà chiarezza su cos’è il danno erariale, quando e come si configura, e quali sono le possibili difese o attenuanti.
Sommario
Che cos’è il danno erariale?
Il danno erariale si verifica quando una condotta dolosa o gravemente colposa da parte di un dipendente pubblico o amministratore provoca una perdita economica per lo Stato o per un ente pubblico.
La definizione di danno erariale comprende due aspetti fondamentali:
- il danno emergente, cioè la perdita di denaro o beni materiali,
- il lucro cessante, ossia il mancato guadagno o il mancato raggiungimento di benefici economici per l’amministrazione.
La normativa italiana affronta questo tema in più punti, ma una delle fonti principali è l’articolo 1 della Legge n. 20 del 1994, che regola l’obbligo di risarcimento per chi arreca danno erariale.
La responsabilità per danno erariale
La responsabilità per danno erariale sorge quindi in tutti quei casi in cui il comportamento di un soggetto che opera per la Pubblica Amministrazione determina un danno finanziario, sia attraverso una gestione inefficiente che tramite un uso improprio delle risorse.
Soggetti coinvolti nella responsabilità per danno erariale
La responsabilità per danno erariale può coinvolgere diversi soggetti all’interno della Pubblica Amministrazione. Tra i principali troviamo:
- Dipendenti pubblici: sono coloro che, nell’esercizio delle loro funzioni, possono causare un danno erariale attraverso negligenza, imperizia o inosservanza delle leggi. Questo include funzionari e tecnici.
- Dirigenti e amministratori: questi soggetti hanno un ruolo decisionale e gestionale più ampio, e sono spesso responsabili della supervisione e dell’allocazione delle risorse pubbliche. In caso di una gestione inadeguata che causa perdite all’amministrazione, possono essere chiamati a rispondere per danno erariale.
- Soggetti esterni con rapporti di servizio: anche figure esterne all’amministrazione, che hanno un rapporto organico o di servizio con essa (come i fornitori di servizi o consulenti esterni), possono essere chiamate a rispondere qualora il loro comportamento cagioni un danno all’erario.
Qual è l’organo competente a giudicare il danno erariale?
La Corte dei Conti è l’organo giurisdizionale che ha la competenza esclusiva per giudicare i casi di danno erariale. Essa valuta se ci sono stati comportamenti negligenti o dolosi da parte dei soggetti pubblici che abbiano causato un danno all’erario e, in caso affermativo, stabilisce le relative sanzioni e il risarcimento dovuto.
L’azione della Corte dei Conti può coinvolgere una vasta gamma di figure, tutte potenzialmente responsabili per la tutela del patrimonio pubblico.
Configurabilità della responsabilità per danno erariale
Perché si possa configurare la responsabilità per danno erariale, devono essere presenti alcuni elementi costitutivi che definiscono il comportamento colpevole e il danno arrecato alla Pubblica Amministrazione. In altre parole, non basta che si verifichi una perdita economica: tale perdita deve derivare da un comportamento specifico e dannoso da parte del soggetto coinvolto.
Condotta dolosa o gravemente colposa
La colpa grave si configura quando un dipendente o amministratore pubblico, pur non agendo con l’intenzione di arrecare danno, dimostra una negligenza o imprudenza tali da rendere inevitabile la perdita per l’amministrazione. La giurisprudenza ha chiarito che la colpa grave si distingue dalla colpa lieve in quanto il comportamento del soggetto è caratterizzato da una trascuratezza macroscopica e inaccettabile.
Ad esempio, la Corte dei Conti ha stabilito in varie sentenze che il mancato rispetto delle procedure amministrative o la gestione approssimativa di fondi pubblici possono configurare colpa grave, soprattutto quando tali comportamenti provocano una significativa perdita economica per l’ente pubblico.
Il dolo, invece, implica un’intenzionalità nel comportamento del soggetto. Si parla di dolo quando l’amministratore o dipendente pubblico agisce con la piena consapevolezza che il proprio operato causerà un danno all’amministrazione. Questo comportamento è considerato molto più grave, poiché si basa su una volontà deliberata di arrecare pregiudizio alle finanze pubbliche.
La distinzione tra colpa grave e dolo in punto di responsabilità erariale ha la sua importanza, poiché il dolo comporta conseguenze più severe.
Danno economico certo, attuale e concreto
Un altro elemento essenziale è la presenza di un danno economico reale. Il danno deve essere certo, ovvero effettivamente verificato e non solo ipotetico; attuale, cioè esistente nel momento in cui viene denunciato; e concreto, cioè quantificabile in termini economici. Ad esempio, una cattiva gestione dei fondi pubblici che provochi una perdita tangibile di denaro rappresenta un caso tipico di danno erariale.
Nesso causale tra condotta e danno
Affinché si configuri la responsabilità, è necessario dimostrare che esiste un nesso causale tra la condotta colposa o dolosa del soggetto e il danno economico subito dall’amministrazione. In altre parole, la perdita economica deve essere direttamente riconducibile all’azione o omissione del responsabile. Senza questa connessione, non è possibile attribuire all’incolpato la responsabilità del danno.
Tipologie di danno erariale
Il danno erariale può presentarsi in diverse forme, che includono il danno patrimoniale diretto, il danno all’immagine e il danno legato a inefficienze nei servizi pubblici. Tuttavia, esistono situazioni in cui un unico comportamento può causare danni multipli, combinando aspetti patrimoniali e danni legati all’efficienza amministrativa.
Danno patrimoniale
Il danno patrimoniale è la forma più comune e riguarda:
- Danno emergente: la perdita effettiva e tangibile di beni o risorse finanziarie.
- Lucro cessante: il mancato guadagno o il mancato raggiungimento di benefici economici.
Danno all’immagine della Pubblica Amministrazione
Il danno all’immagine rappresenta una forma di danno più complessa e meno tangibile rispetto al danno patrimoniale, poiché riguarda la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti dell’ente pubblico. Un esempio recente è la sentenza n. 208 del 15 giugno 2021 della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per l’Emilia Romagna. In questo caso, un funzionario pubblico è stato coinvolto in un’associazione mafiosa e nella violazione delle regole degli appalti pubblici. La Corte ha riconosciuto il danno all’immagine dell’amministrazione, stabilendo che esso fosse legato alla condanna penale per reati contro la Pubblica Amministrazione. La quantificazione del danno è stata basata sui criteri del clamor fori (risonanza del caso nell’opinione pubblica) e ha evidenziato come il danno all’immagine comprometta gravemente la fiducia della collettività nel corretto funzionamento delle istituzioni.
Danno da disservizio
Il danno da disservizio si verifica quando un’inefficienza o una cattiva gestione causano un malfunzionamento nei servizi pubblici. Ad esempio, se un progetto finanziato dall’amministrazione viene gestito male e non porta ai risultati previsti, si genera un disservizio che rappresenta un danno per la collettività, oltre che per le risorse pubbliche investite.
Quando la condotta produce effetti diversi
In alcuni casi, un singolo comportamento può produrre danni su più livelli, combinando elementi di danno patrimoniale e danni legati al disservizio. Un esempio chiaro è rappresentato dalla sentenza n. 164 del 2020 della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana, che ha trattato il caso di un dipendente pubblico che violava l’obbligo di esclusività lavorativa.
In questo caso, la violazione dell’obbligo di esclusività ha generato:
- Un danno patrimoniale, poiché l’amministrazione ha continuato a pagare lo stipendio al dipendente senza ottenere il pieno rendimento previsto.
- Un danno da disservizio, dato che l’attività extra-istituzionale del dipendente ha ridotto l’efficienza del suo operato presso l’amministrazione.
Questo tipo di situazione, in cui un comportamento causa danni combinati, richiede una valutazione che consideri sia la perdita economica diretta sia la compromissione dell’efficienza dei servizi pubblici. La Corte dei Conti ha quantificato il danno applicando criteri equitativi, vista la complessità di quantificare esattamente la perdita.
La denuncia del danno erariale
Quando si rileva un danno erariale, è obbligatorio per i soggetti competenti segnalare tempestivamente l’accaduto alla Corte dei Conti. La responsabilità di segnalare il danno cade tipicamente sui dirigenti pubblici, sui funzionari contabili, e sulle autorità di controllo, che devono agire per prevenire ulteriori perdite.
L’assenza di tale denuncia, o un ritardo ingiustificato, può comportare ulteriori responsabilità, estendendo la colpa a chi aveva l’obbligo di intervenire e non lo ha fatto.
Procedimento di denuncia alla Corte dei Conti
La denuncia del danno erariale segue una procedura formale. Quando un dirigente pubblico o un funzionario rileva una situazione di danno, devono raccogliere prove documentali sufficienti, descrivere i fatti con chiarezza e indicare i soggetti presumibilmente coinvolti. La denuncia viene presentata alla Procura Regionale della Corte dei Conti, che ha giurisdizione territoriale sui fatti.
Una volta ricevuta la denuncia, la Procura avvia un’indagine preliminare per accertare i fatti e stabilire se effettivamente si è configurato un danno erariale. Durante questa fase, la Corte dei Conti può richiedere ulteriori prove, documenti o testimonianze, per determinare la responsabilità degli individui e degli enti coinvolti. Questo processo mira a garantire che la denuncia sia fondata su prove concrete e che il danno economico sia reale.
Conseguenze della responsabilità per danno erariale
Quando la Corte dei Conti accerta la responsabilità, i soggetti ritenuti colpevoli sono obbligati a risarcire l’amministrazione pubblica per il danno subito. Tuttavia, le conseguenze possono estendersi oltre il semplice risarcimento e produrre una serie di effetti giuridici che possono influire profondamente sulla carriera e sulla reputazione del soggetto coinvolto.
Risarcimento economico
La condanna al risarcimento è una delle prime e più immediate conseguenze di un accertamento di responsabilità erariale. Il soggetto condannato deve risarcire l’amministrazione per la perdita subita. Tuttavia, il risarcimento può riguardare non solo il danno emergente (la perdita economica diretta), ma anche il lucro cessante (il mancato guadagno).
Sanzioni disciplinari
Oltre al risarcimento, i soggetti responsabili possono subire sanzioni disciplinari all’interno dell’amministrazione pubblica. Tali sanzioni possono includere la sospensione o, nei casi più gravi, la revoca dall’incarico o il licenziamento. Le sanzioni disciplinari sono particolarmente severe quando la condotta dolosa è associata a un abuso o una violazione del codice di condotta previsto per i dipendenti pubblici.
Responsabilità penale
In casi particolarmente gravi, dove il comportamento del soggetto configura anche reati come la corruzione o il peculato, possono essere avviati procedimenti penali paralleli. In questi casi, la responsabilità penale si aggiunge alla responsabilità erariale, con sanzioni che includono multe o reclusione.
Prescrizione e decorrenza del termine
La responsabilità erariale è soggetta a un termine di prescrizione di 5 anni, che decorre dalla data in cui il fatto dannoso si è verificato. Tuttavia, in caso di occultamento doloso del danno, la prescrizione decorre dalla data in cui l’amministrazione danneggiata ne è venuta a conoscenza. Questa prescrizione ha lo scopo di limitare la durata entro cui l’azione di responsabilità può essere intentata, sebbene in caso di dolo il termine si estenda per consentire un’indagine più approfondita.
Prevenzione e difesa nella responsabilità erariale: gli avvocati de Bonis al tuo fianco
La responsabilità per danno erariale è un grosso rischio per chi opera nella Pubblica Amministrazione. La gestione complessa delle risorse pubbliche può esporre amministratori, dirigenti e pubblici dipendenti a procedimenti sanzionatori, con conseguenze pesanti sia sul piano economico che reputazionale.
Lo studio legale de Bonis, specializzato in diritto amministrativo, offre un servizio specializzato e completo in materia di responsabilità erariale e contabile. Grazie a un’approfondita esperienza, lo studio non solo ti supporta nella prevenzione dei rischi, aiutandoti a identificare eventuali criticità e ad adottare le misure necessarie per evitarle, ma interviene in modo efficace anche nel caso in cui un procedimento sia già avviato.
Con il loro approccio multidisciplinare, gli avvocati de Bonis ti affiancheranno in tutte le fasi del processo:
- Dalla consulenza preventiva per evitare errori nella gestione delle risorse pubbliche;
- All’assistenza in giudizio davanti alla Corte dei Conti, per difendere al meglio i tuoi interessi.
Non aspettare di trovarti in una situazione compromessa. Contatta lo studio legale de Bonis per una consulenza personalizzata, mirata a tutelarti sia nella fase preventiva che in quella difensiva.
Andrea de Bonis
Avvocato amministrativista, patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Laureato con Masters alla Lumsa, esperto in appalti e contratti pubblici. Partner di 24 Avvocati e relatore universitario, pubblico articoli specialistici con un linguaggio chiaro e accessibile, rendendo il diritto comprensibile a tutti.