La Legge 6 novembre 2012, n. 190, nota come “Legge Anticorruzione” o “Legge Severino”, ha segnato un punto di svolta nella lotta alla corruzione in Italia. Questa normativa ha introdotto un sistema organico di prevenzione e contrasto dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione, puntando su due principi fondamentali: la trasparenza e la responsabilità.
L’obiettivo della legge è promuovere l’integrità e l’etica pubblica, attraverso misure come la pianificazione anticorruzione, la divulgazione degli interessi finanziari dei funzionari pubblici, il whistleblowing e il regime delle incompatibilità per le cariche elettive e di governo.
La legge mira a prevenire la corruzione, migliorando la cultura amministrativa e responsabilizzando i decisori pubblici. Inoltre, inasprisce le sanzioni per reprimere efficacemente i reati.
In questa guida, redatta dall’Avv. Andrea de Bonis, esperto di diritto amministrativo e anticorruzione, analizzeremo le principali novità della Legge 190/2012 e il loro impatto sul sistema di contrasto alla corruzione, con un focus sugli adempimenti richiesti alle pubbliche amministrazioni e sulle sanzioni in caso di violazione.
Sommario
- 1 Novità della Legge Anticorruzione 190/2012
- 2 Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC)
- 3 Sanzioni, responsabilità e tutele nella Legge Anticorruzione
- 4 A chi si applica la normativa anticorruzione?
- 5 La trasparenza come strumento di prevenzione della corruzione
- 6 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA): cos’è e cosa prevede
- 7 L’ANAC: il garante della prevenzione
- 8 Che cos’è il sistema integrato 231/190?
- 9 Trasparenza e integrità dei funzionari pubblici
- 10 Studio Legale de Bonis: Soluzioni per rispettare la normativa anticorruzione
Novità della Legge Anticorruzione 190/2012
La Legge Anticorruzione del 2012 introduce diverse misure. L’obiettivo è prevenire e contrastare la corruzione nella Pubblica Amministrazione. Al centro della legge si trova un unico articolo, articolato in 83 commi, che stabilisce regole precise per migliorare la trasparenza e la responsabilità degli enti pubblici. Tra i principali obiettivi della legge ci sono:
- L’obbligo per tutte le PA di adottare il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC), che analizza i rischi specifici e definisce le misure di prevenzione (art. 1, comma 5).
- La nomina del Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) in ogni amministrazione, con compiti di predisposizione del PTPC e di vigilanza (art. 1, comma 7).
- Il rafforzamento degli obblighi di trasparenza, con la pubblicazione sui siti web istituzionali di una serie di dati e informazioni (art. 1, commi 15-33).
- L’inasprimento delle sanzioni penali per i reati di corruzione e concussione (art. 1, commi 75-76).
- La tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (whistleblower), con la previsione di misure di protezione (art. 1, comma 51).
- L’ampliamento del regime delle incompatibilità e delle inconferibilità degli incarichi nella PA e negli enti di diritto privato a controllo pubblico (art. 1, commi 49-50).
La legge introduce strumenti di prevenzione a 360 gradi, che incidono sull’organizzazione amministrativa, sulla gestione del rischio, sulla formazione del personale, e sulla trasparenza e responsabilità.
Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC)
Una delle novità introdotte dalla Legge Anticorruzione 190/2012 è il cosiddetto Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC), uno strumento che mira a ridurre al minimo il rischio di corruzione nelle pubbliche amministrazioni. Ogni ente pubblico, dai ministeri agli enti locali, è tenuto a sviluppare un piano su misura, aggiornato ogni tre anni, per identificare le aree più esposte a condotte illecite e predisporre delle contromisure.
Il PTPC deve includere:
- Mappatura dei processi a rischio e valutazione del livello di esposizione.
- Individuazione delle misure di prevenzione, con particolare attenzione a quelle obbligatorie (es. rotazione del personale, formazione, codici di comportamento).
- Modalità di monitoraggio e aggiornamento del Piano.
- Procedure per selezionare e formare i dipendenti destinati a settori particolarmente esposti alla corruzione.
Il PTPC deve essere pubblicato sul sito istituzionale dell’ente, nella sezione “Amministrazione Trasparente”, sottosezione “Altri contenuti – Corruzione”.
La predisposizione del PTPC è compito del Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC), che deve individuarlo e proporlo all’organo di indirizzo politico per l’adozione. L’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) fornisce ogni anno indicazioni operative per la redazione del Piano, attraverso il PNA (Piano Nazionale Anticorruzione) e apposite Linee Guida.
Il PTPC rappresenta quindi lo strumento principe attraverso cui ogni amministrazione progetta e attua il proprio sistema di “gestione del rischio corruttivo”, in una logica di miglioramento continuo e di adattamento alle specificità organizzative.
Sanzioni, responsabilità e tutele nella Legge Anticorruzione
La Legge Anticorruzione 190/2012 introduce un robusto sistema di sanzioni per chi viola le norme sulla prevenzione e il contrasto alla corruzione. Le sanzioni possono essere di natura amministrativa o penale, a seconda della gravità dell’illecito.
Inasprimento delle pene per i reati di corruzione
Uno dei primi interventi della legge è stato quello di aumentare le pene per i reati di corruzione e concussione. In particolare, sono state inasprite le sanzioni per:
- La corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio
- La concussione
Sono state anche introdotte circostanze aggravanti speciali, che possono portare a un aumento di pena fino a un terzo.
Responsabilità dei dirigenti per la mancata prevenzione
La legge ha introdotto anche una forma di responsabilità specifica per i dirigenti pubblici che non adottano le misure di prevenzione della corruzione. In particolare, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) che non predispone il PTPC o non vigila sulla sua attuazione può subire sanzioni disciplinari e perdere la retribuzione di risultato.
È un modo per responsabilizzare i vertici amministrativi e per assicurare che la prevenzione della corruzione sia una priorità effettiva per tutte le PA.
Tutele per chi segnala illeciti (whistleblower)
Infine, una delle novità più importanti della Legge 190/2012 riguardava le tutele per i dipendenti pubblici che segnalano illeciti, i cosiddetti “whistleblower”. La normativa ora è stata innovata e, in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937, è stato emanato il d.lgs. n. 24 del 10 marzo 2023 riguardante “la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali”.
La legge ha stabilito che:
- Il dipendente che denuncia condotte illecite non può essere sanzionato, demansionato, licenziato o discriminato
- L’identità del segnalante deve rimanere segreta, salvo il suo consenso
- La segnalazione è sottratta al diritto di accesso agli atti.
Questi strumenti mirano a incoraggiare le segnalazioni di illeciti e a proteggere i dipendenti che hanno il coraggio di farle, creando un contesto più favorevole all’emersione dei fenomeni corruttivi.
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha anche emanato delle Linee Guida per spiegare alle PA come gestire le segnalazioni e come tutelare concretamente i whistleblower.
A chi si applica la normativa anticorruzione?
La Legge 190/2012 ha un ambito di applicazione ampio, che comprende tutte le pubbliche amministrazioni e altri soggetti, pubblici e privati, che gestiscono risorse pubbliche o svolgono attività di pubblico interesse. In particolare, la normativa si applica a:
Pubbliche Amministrazioni
Tutte le amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, gli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni), le amministrazioni del Servizio Sanitario Nazionale, le università e le scuole di ogni ordine e grado. Queste PA devono adottare il PTPC, nominare il RPC, rispettare gli obblighi di trasparenza e applicare le misure di prevenzione previste dalla legge.
Enti pubblici economici e società partecipate
Gli enti pubblici economici, come camere di commercio, autorità portuali, e le società a partecipazione pubblica, anche non maggioritaria, sono soggetti alla Legge 190/2012. Devono adottare misure anticorruzione e di trasparenza in forma semplificata rispetto alle PA, sotto la vigilanza dell’ANAC.
Enti di diritto privato in controllo pubblico
Fondazioni e associazioni controllate o finanziate in modo maggioritario da PA sono anch’essi soggetti agli obblighi di prevenzione e trasparenza, calibrati in base alle loro caratteristiche organizzative.
Soggetti privati destinatari di risorse pubbliche
La legge si applica anche a imprese e professionisti che ricevono contributi o sovvenzioni pubbliche. Questi soggetti devono rispettare le regole di trasparenza sull’uso delle risorse e sono soggetti a verifiche e sanzioni in caso di abusi.
Aziende private coinvolte in contratti pubblici
Le imprese che partecipano a gare d’appalto o stipulano convenzioni con la PA, pur non essendo direttamente soggette alla Legge 190/2012, devono prevenire e contrastare la corruzione al loro interno. Il Decreto Legislativo 231/2001 stabilisce la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per i reati commessi dai propri dipendenti o collaboratori nell’interesse dell’ente, inclusi quelli contro la PA. Le aziende devono quindi adottare modelli organizzativi e gestionali per prevenire i reati, nominare un organismo di vigilanza e predisporre codici etici e sistemi disciplinari. Il Nuovo Codice dei contratti pubblici (D.lgs.n. 36/2023), prevede che le stazioni appaltanti debbano escludere gli operatori economici destinatario di una sanzione ex D.Lgs.n. 231/2001. In questo modo, la normativa anticorruzione crea un sistema integrato di prevenzione che responsabilizza tutti i soggetti coinvolti nei rapporti economici con la PA, siano essi pubblici o privati.
La trasparenza come strumento di prevenzione della corruzione
La trasparenza amministrativa ha un ruolo fondamentale nella prevenzione della corruzione. Al fine di rafforzarla, la Legge 190/2012 rafforza gli obblighi di pubblicità per tutte le pubbliche amministrazioni.
In particolare, le PA devono pubblicare sui propri siti web una serie di dati e informazioni, tra cui:
- I bilanci e i costi dei servizi erogati
- I titolari di incarichi politici e amministrativi, con i relativi curricula e compensi
- I bandi di gara e i contratti stipulati
- Le sovvenzioni e i contributi erogati a privati ed enti pubblici
La pubblicazione di questi dati consente ai cittadini di controllare l’operato delle amministrazioni e di verificare la correttezza e l’imparzialità delle loro scelte. Inoltre, scoraggia comportamenti illeciti o poco chiari, esponendoli al rischio di sanzioni e al giudizio dell’opinione pubblica.
La trasparenza diventa così uno strumento di responsabilizzazione e di prevenzione della cattiva gestione e della corruzione, favorendo la partecipazione civica e il controllo democratico sull’attività amministrativa.
Piano Nazionale Anticorruzione (PNA): cos’è e cosa prevede
Il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) è uno strumento fondamentale introdotto dalla Legge 190/2012 per indirizzare e coordinare le strategie di prevenzione della corruzione a livello nazionale. Si tratta di un atto di indirizzo, adottato dall’ANAC, che fornisce alle pubbliche amministrazioni e agli altri soggetti coinvolti le linee guida e le indicazioni operative per predisporre i propri Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione.
Il PNA ha un orizzonte temporale triennale, ma viene aggiornato annualmente per tener conto delle novità normative, delle mutate condizioni di contesto e delle indicazioni fornite dalle amministrazioni. Lo scopo del Piano è assicurare un quadro di riferimento unitario e coerente, pur nel rispetto dell’autonomia organizzativa di ciascun ente.
I contenuti tipici del PNA includono:
- L’analisi del contesto esterno e interno in cui operano le amministrazioni, con particolare attenzione ai fattori di rischio corruttivo;
- L’individuazione delle aree di attività più esposte al rischio di corruzione, come ad esempio i contratti pubblici, le autorizzazioni e concessioni, i concorsi e le selezioni del personale;
- Le misure di prevenzione “obbligatorie”, previste dalla legge o da fonti normative, e quelle “ulteriori”, inserite dalle amministrazioni nei propri PTPC;
- Le indicazioni sul coordinamento tra PTPC e gli altri strumenti di programmazione, come il Piano della Performance e il Programma per la Trasparenza;
- Le modalità di monitoraggio e aggiornamento del sistema di prevenzione, con particolare riguardo al ruolo del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT).
A partire da queste indicazioni generali, ogni amministrazione deve adattare il PNA alla propria realtà organizzativa, effettuando una valutazione del rischio specifico e individuando le misure più adeguate per prevenirlo. Il PTPC diventa così uno strumento “su misura”, che declina in concreto le strategie del PNA.
L’ANAC: il garante della prevenzione
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha un ruolo centrale nell’attuazione e nel monitoraggio delle misure previste dalla Legge Anticorruzione 190/2012. Nata nel 2014 dall’accorpamento di CIVIT e AVCP, l’ANAC è l’ente responsabile per vigilare sull’applicazione delle norme in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione all’interno delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate.
Le sue funzioni principali sono:
- Indirizzo delle strategie anticorruzione: attraverso l’adozione del PNA
- Vigilanza e controllo: L’ANAC vigila sull’adozione e attuazione dei PTPC. Può fare ispezioni, chiedere atti e, in caso di gravi inadempienze, sanzionare i responsabili.
- Regolazione e interpretazione: con Linee Guida, delibere e pareri, l’ANAC chiarisce la normativa anticorruzione. Tra le più importanti, quelle sui codici di comportamento e sul whistleblowing.
- Vigilanza sugli appalti: l’ANAC vigila anche sui contratti pubblici. Può sospendere gare irregolari e gestisce l’Albo dei commissari di gara.
- Collaborazione internazionale: L’ANAC collabora con organismi stranieri e internazionali per garantire l’allineamento dell’Italia agli standard anticorruzione europei e globali.
- Sanzioni: In caso di violazioni gravi delle norme anticorruzione o mancata adozione del PTPC, l’ANAC può intervenire con sanzioni amministrative e segnalare i casi all’autorità giudiziaria.
In sostanza, l’ANAC è il garante della prevenzione della corruzione nel settore pubblico. Con i suoi poteri di indirizzo, controllo e regolazione, promuove la cultura della legalità e dell’integrità.
Che cos’è il sistema integrato 231/190?
Il sistema integrato 231/190 è quello risultante dalla Legge Anticorruzione 190/2012 e dal Decreto Legislativo 231/2001, creando un quadro normativo che responsabilizza sia la Pubblica Amministrazione sia le aziende private, soprattutto quelle che operano con il settore pubblico.
Responsabilità amministrativa delle imprese (D.lgs. 231/2001)
Il Decreto 231 introduce la responsabilità amministrativa per le aziende in caso di reati commessi dai propri dirigenti o dipendenti nell’interesse dell’ente, compresi i reati di corruzione. Per evitare sanzioni, le aziende devono adottare modelli organizzativi idonei a prevenire i reati, tra cui:
- Procedure di controllo su attività a rischio, come appalti e gare pubbliche.
- Codici etici che definiscono standard di comportamento per dipendenti e dirigenti.
- Comitati di vigilanza interni, che monitorano l’efficacia delle misure adottate.
Collegamento con la Legge 190/2012
La Legge Anticorruzione 190/2012, integrandosi con il Decreto 231, estende l’obbligo di trasparenza e prevenzione anche alle aziende che collaborano con la PA. Per le imprese coinvolte in contratti pubblici o appalti, rispettare questa normativa è essenziale per evitare sanzioni interdittive o esclusioni dalle gare.
Il sistema integrato 231/190 crea un meccanismo di prevenzione della corruzione che coinvolge sia il pubblico che il privato, promuovendo maggiore trasparenza e controllo sulle operazioni aziendali in rapporto con le amministrazioni pubbliche.
Trasparenza e integrità dei funzionari pubblici
Un altro tassello importante del sistema anticorruzione è l’introduzione di disposizioni per la trasparenza e l’integrità dei funzionari pubblici.
In particolare, la legge prevede:
- L’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo per coloro che hanno riportato condanne definitive per reati gravi, tra cui quelli di corruzione e concussione.
- L’obbligo per i titolari di incarichi dirigenziali e amministrativi di vertice di fornire dichiarazioni sulla propria situazione patrimoniale e sulle spese sostenute per la propaganda elettorale.
- L’istituzione di white list, cioè elenchi di imprese non soggette a rischio di infiltrazione mafiosa, per favorire la trasparenza negli appalti pubblici.
Queste misure mirano a garantire l’integrità e l’affidabilità dei funzionari pubblici, prevenendo conflitti di interesse e possibili condizionamenti derivanti da situazioni di incompatibilità o da legami con la criminalità organizzata.
Studio Legale de Bonis: Soluzioni per rispettare la normativa anticorruzione
La conformità alle leggi anticorruzione è essenziale per le pubbliche amministrazioni e le aziende private che collaborano con enti pubblici. Lo studio legale de Bonis specializzato in diritto amministrativo, con l’esperienza degli avvocati Andrea de Bonis e Gaetano Michele Maria de Bonis, fornisce un’assistenza legale specializzata e mirata.
Ecco come lo Studio de Bonis può supportarti:
- Redazione e aggiornamento del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPCT): lo Studio ti affianca nella predisposizione e revisione dei PTPCT, assicurando che siano conformi alle disposizioni legislative e adattati alle esigenze specifiche della tua organizzazione.
- Valutazione del rischio corruttivo: identificazione delle aree più esposte a fenomeni corruttivi e definizione delle misure preventive necessarie.
- Gestione di procedimenti ANAC: assistenza in caso di controlli o sanzioni da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, con la difesa legale in tutte le fasi del procedimento.
Lo Studio Legale de Bonis è il partner ideale per garantirti la conformità alle normative e la sicurezza nella gestione delle problematiche anticorruzione.
Andrea de Bonis
Avvocato amministrativista, patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Laureato con Masters alla Lumsa, esperto in appalti e contratti pubblici. Partner di 24 Avvocati e relatore universitario, pubblico articoli specialistici con un linguaggio chiaro e accessibile, rendendo il diritto comprensibile a tutti.